18 Agosto 2024 – 12:03

Tra successi, riconoscimenti e battaglie giudiziarie familiari

È morto a 88 anni Alain Delon, leggenda del cinema francese. Nel 2019 l’addio ai fan: “Solo voi”

L’attore e regista è deceduto “sereno” nella sua casa a Douchy. Ad annunciarne la scomparsa sono stati i suoi tre figli tramite un comunicato stampa congiunto: “Estremo dolore”. Affetto da anni da linfoma, Delon si era ritirato dalle scene nel 2018

Nato a Sceaux (Seine) l’8 novembre 1935, figlio del gestore di un piccolo cinema e di una commessa, separati, Alain Delon fa l’impiegato di macelleria e a 17 anni si arruola nella marina militare francese. Nel 1953 viene destinato al corpo di spedizione nel Sud-est asiatico, gruppo impegnato nella Guerra d’Indocina. Congedato nel 1956, il futuro divo inizia a frequentare l’ambiente parigino conoscendo intellettuali e protagonisti dello spettacolo. Recita in teatro finché la sua bellezza e le sue virtù sono notate da alcuni produttori cinematografici. Inizia così la brillante carriera di Alain Delon, che raggiunge la fama mondiale negli anni ’60 recitando in “Rocco e i suoi fratelli”, “Il Gattopardo”, “L’eclisse”, “La piscina” e “Frank Costello faccia d’angelo”.

Sbarigia, presidente di Cinecittà: “Ci ha lasciato talento senza tempo”

“Ci ha lasciato un talento senza tempo del cinema mondiale, Alain Delon. La sua instancabile passione e le sue interpretazioni magistrali in capolavori come il dostoevskijano Rocco Parondi, in ‘Rocco e i suoi fratelli’ di Luchino Visconti, per il quale, tre anni dopo, sarà il principe Tancredi Falconeri ne ‘Il Gattopardo’, fanno di lui un protagonista anche del cinema italiano”. Lo dichiara in un nota la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia.

Claudia Cardinale ad Alain Delon: “Il ballo è finito”. L’attrice all’Ansa: “Per sempre tua, Angelica”

“Il ballo è finito. Tancredi è salito a ballare con le stelle. Per sempre tua, Angelica”: rivivendo un’ultima volta le storiche scene che li videro indimenticabili protagonisti de “Il Gattopardo”, Claudia Cardinale affida all’Ansa le sue ultime parole per Alain Delon. “Mi chiedono parole – dice – ma la tristezza è troppo intensa. Mi unisco al dolore dei suoi figli, dei suoi cari, dei suoi fan. Il ballo è finito. Tancredi è salito a ballare con le stelle. Per sempre tua, Angelica”.

11:02 18 Agosto

Tutti gli amori di Alain Delon

Ai successi della vita professionale per Alain Delon si sono legati in maniera inscindibile i clamori di quella privata: una lunga e tormentata storia d’amore con l’attrice Romy Schneider e poi tanti flirt che hanno fatto la gioia per decenni delle cronache scandalistiche, un solo matrimonio e tre figli nati da due donne diverse. Fin dall’inizio della sua carriera, nel 1957 aveva deliziato i cuori di attrici più o meno mitiche. Prima di tutte c’è stata Brigitte Auber, che conobbe all’età di 21 anni. Poi Michelle Cordoue, moglie del regista Yves Allégré, che gli aprì le porte del cinema, e l’attrice Olga Horstig.

Ma nel 1958 Delon incontrò la donna che sarebbe diventata “l’amore della sua vita”. All’età di 20 anni Romy Schneider era già famosa per il suo ruolo in “Sissi” (1955). L’attrice franco-tedesca era caduta sotto l’incantesimo dell’efebo francese sul set di “Christine”, un lungometraggio diretto da Pierre Gaspard-Huit. Un anno dopo, festeggiarono il loro fidanzamento sulle rive del lago di Lugano. Nel 1963 Romy ricevette una lettera di rottura e la coppia più popolare delle cronache rosa andò in frantumi, lasciando lei particolarmente depressa. 

Nel 1962 Alain Delon incontrò Francine Canovas, la futura Nathalie Delon, tramite un amico comune. La sposò due anni dopo, il 13 agosto 1964. La loro unione ha dato vita ad Anthony Delon il 30 settembre dello stesso anno a Los Angeles. La coppia divorziò nel 1968. Ma ancora una volta, un incontro improvviso stava per capovolgere tutto: quello dell’attrice Mireille Darc. Delon, colpito dalla bellezza e dal talento dell’attrice, le diede un ruolo nel film “Addio Jeff” (1969). La loro storia d’amore è durata quindici anni.

Nel 1987 il divo incontrò Rosalie van Breemen, una modella olandese di 21 anni, sul set del suo video musicale “Comme au cinéma”. Dalla loro unione è nata una figlia, Anouchka, il 25 novembre 1990, e Alain-Fabien Delon, nato il 18 marzo 1994. La storia d’amore tra Alain Delon e Rosalie van Breemen si è conclusa nel 2001. Incontrerà poi Hiromi Rollin, la donna di origini giapponesi che nel 2023 ha dichiarato di aver vissuto una “relazione d’amore che dura da trentatré anni” con Alain Delon, versione contestata duramente dai figli dell’attore che hanno parlato di lei come una dama di compagnia se non proprio di una badante.

Le cronache rosa hanno riportato nel corso del tempo molti altri dettagli sulla vita amorosa di Alain. Nel 1962 si raccontò di un flirt con la cantante Nico, da cui nacque Christian Aaron Boulogne, il quale dopo i primi anni di vita vissuti con la madre, venne adottato dalla madre di Delon, anche se l’attore non lo riconobbe mai come figlio. Negli anni sessanta ci fu anche una passionale storia con la cantante italofrancese Dalida; in seguito i due resteranno ottimi amici e incideranno nel 1973 il brano “Paroles paroles”, adattamento della canzone “Parole parole” interpretata da Mina e Alberto Lupo. 

E l’attore dirà di “avere amato terribilmente questa donna”. Sempre secondo le cronache rosa del tempo, tra il 1968 e il ’69 avrebbe avuto un flirt con l’attrice Marisa Mell. E sempre durante gli ultimi anni di relazione con Mirelle Darc, Delon avrebbe avuto flirt con le attrici Veronique Jannot, Sylvia Kristel, Sydne Rome e Dalila Di Lazzaro. Successivamente l’attore è stato brevemente legato all’attrice Anne Parillaud, dal 1982 al 1984, e a Catherine Pironi.

Emmanuel Macron: “Addio a un monumento francese”

“Monsieur Klein o Rocco, il Gattopoardo o il Samurai, Alain Delon ha interpretato ruoli leggendari e ha fatto sognare il mondo. Prestando il suo volto indimenticabile per stravolgere le nostre vite. Malinconico, popolare, segreto, era più che una star: un monumento francese”. Così il presidente francese, Emmanuel Macron, sui social ricorda il grande attore morto all’età di 88 anni. Il messaggio è accompagnato da una foto in bianco e nero di Delon davanti all’Arco di Trionfo a Parigi.

Morte di Delon, Marine Le Pen: “È scomparsa la leggenda, orfani dell’epoca d’oro del cinema francese che lui incarnava. Se ne va parte della Francia che amiamo”

“La leggenda è scomparsa. Alain Delon ci lascia orfani dell’epoca d’oro del cinema francese che così bene ha incarnato. Una piccola parte della Francia che amiamo se ne va con lui”. Lo scrive Marine Le Pen, presidente del Rassemblement National.

Mollicone, presidente della commissione cultura della camera: “Alain Delon per sempre sinonimo di bellezza e talento”

“È passato oltre l’attore francese Alain Delon, divo per antonomasia, che con il suo stile è stato protagonista del cinema della seconda metà del Novecento. Lo ricorderemo per le interpretazioni nei film di Luchino Visconti “Rocco e i suoi fratelli” e “Il Gattopardo” che lanciarono la sua carriera, ma anche ne “L’Eclisse” di Michelangelo Antonioni al fianco di Monica Vitti e in molte altre pellicole che hanno fatto la storia del cinema mondiale. Il suo nome sarà per sempre sinonimo di bellezza e talento”. L’ha scritto sui social il presidente della commissione cultura della camera Federico Mollicone.

Il messaggio di addio di Alain Delon ai fan, il giorno dopo la Palma d’Oro alla carriera (2019)

“Il giorno dopo questa Palma d’Oro alla carriera, mi sento di ringraziare tutti coloro che mi hanno dimostrato in un modo o nell’altro il loro affetto e la loro simpatia, e non solo. Mentre il mio viaggio volge al termine, voglio dirlo: ho conosciuto tante passioni, tanti amori, tanti successi e fallimenti, tante polemiche, tanti scandali, vicende oscure, tanti ricordi, tanti appuntamenti mancati e incontri improvvisati, tanti alti e bassi; che quando gli onori non sono altro che vani e lontani ricordi, c’è solo una cosa che brilla con la sua costanza e longevità: voi, solo voi. A voi che avete determinato quello che sono e che determinerete quello che sarò, devo dire grazie, grazie, grazie”, scrive l’attore al suo pubblico. È il 2019.

Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra d’arte cinematografica di Venezia: “Alain Delon? Un divo popolare che ha lasciato la sua impronta indelebile nei film dei più grandi autori del cinema europeo”

“Alain Delon è riuscito là dove la maggior parte dei suoi colleghi falliscono: essere considerato l’uomo più bello del mondo e al contempo un attore straordinario, un’icona del cinema francese che deve parte del suo successo planetario ai film girati in Italia (Rocco e i suoi fratelli, L’eclisse, Il Gattopardo, La lunga notte di quiete), un divo popolare che ha lasciato la sua impronta indelebile nei film dei più grandi autori del cinema europeo, da Luchino Visconti a Michelangelo Antonioni, Joseph Losey, Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Melville, Valerio Zurlini, René Clement. Se ha abbandonato oggi le sue spoglie mortali, è per ascendere al rango degli Immortali di cui ci ricorderemo per sempre”, ha dichiarato il direttore artistico della Mostra d’arte cinematografica di Venezia Alberto Barbera.

Il nome di Delon è particolarmente legato alla Mostra di Venezia per il film di Visconti “Rocco e i suoi fratelli” che vinse il Premio Speciale della Giuria alla 21esima edizione nel 1960.

Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura: “Ci lascia una vera icona del cinema mondiale”

“Oggi ci lascia una vera e propria icona del cinema. Negli anni ci ha regalato interpretazioni magistrali, prima fra tutte quella di Tancredi Falconeri nel ‘Gattopardo’ di Luchino Visconti. Impossibile poi dimenticare la sua passione sincera per il nostro Paese. Verrà per sempre ricordato per il suo carisma e il suo indiscusso talento”. Lo afferma in una nota il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni commentando la scomparsa di Alain Delon.

Alessandro Gassmann: “Adieux Monsieur Delon”

Il saluto al divo sui social. “Adieux monsieur Delon. Rip”, scrive Alessandro Gassmann sui social ricordando Alain Delon, morto all’età di 88 anni.

Alain Delon è stato definito come ‘Angelo malvagio’ e ‘Sole nero della settima arte’

‘Angelo malvagio’, ‘Sole nero della settima arte’, non si contano gli epiteti con cui viene ricordato questo artista che affascinava e divideva allo stesso tempo. Delon è stato una vera star dell’epoca d’oro del cinema francese, noto per il suo personaggio da duro sullo schermo in pellicole cult. L’attore ha “una personalità abbastanza autodistruttiva e alla ricerca della propria identità”, ha detto il regista Joseph Losey. “Il meglio e il peggio, entrambi inaccessibili e così vicini, freddi e brucianti”, ha riassunto Brigitte Bardot in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’artista.

Nel 2023, la denuncia dei figli di Alain Delon contro la sua compagna Hiromi Rollin. Una battaglia giudiziaria fratricida

Alain Delon è tornato sulle prime pagine dei giornali nell’estate del 2023 quando i suoi tre figli hanno presentato una denuncia contro la sua compagna, Hiromi Rollin, accusandola di “circonvenzione di incapace” e di approfittarsi della sua debolezza. I tre figli hanno poi intrapreso una guerra fratricida sui media e nei tribunali, riguardo allo stato di salute dell’attore, che soffriva di linfoma e ha avuto un ictus nel 2019.

Le foto di Alain Delon, la lunga carriera del divo in pochi scatti: il film di una vita

09:13 18 Agosto

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Nel 2019, la Palma d’Oro alla carriera. “È un po’ un omaggio postumo, ma in vita”

Alain Delon nel 2019 al festival di Cannes

08:58 18 Agosto

Alain Delon ha vissuto sopra le righe con grandi amori e tanti flirt. Ma la vita gli ha riservato anche sofferenza per la scomparsa di Romy Schneider

Alain Delon con Romy Schneider, novelli sposi nel 1960

Dagli Ottanta ai primi anni del Duemila

Successivamente la carriera di Delon ha registrato una leggera battuta d’arresto. È stato infatti il protagonista di polizieschi e thriller di minore interesse, cercando di rilanciarsi come produttore e regista con “Per la pelle di un poliziotto” (1981) o “Braccato” (1983), e occupandosi anche di fiction televisiva. È tornato al cinema francese d’autore come protagonista, enigmaticamente autoironico, in “Nouvelle vague” (1990) di Jean-Luc Godard. L’appeal seduttivo di Delon è poi apparso lievemente appannato nel rendere l’invecchiato Giacomo Casanova di “Il ritorno di Casanova” (1992) di Edouard Niermans, dal racconto di Arthur Schnitzler. 

In seguito ha recitare in due polizieschi con Deray, “Un crime” (1993) e “L’orso di peluche” (1994), e successivamente ha anche interpretato se stesso nell’ironica sarabanda sugli attori francesi diretta da Bertrand Blier, “Les acteurs” (2000). In anni più recenti Delon ha rarefatto le sue interpretazioni cinematografiche (tra le più recenti si ricorda quella del 2008 nella pellicola “Asterix alle Olimpiadi”) per dedicarsi essenzialmente alla recitazione televisiva (tra le altre: “Fabio Montale”, 2002; “Le lion”, 2003; “Frank Riva”, 2003-04; “Un mari de trop”, 2010). Tra le sue interpretazioni successive quelle nella pellicola cinematografica “S Novym godom, mamy!” (2012) e nel docufilm “Belmondo par Belmondo” (2015), omaggio alla carriera dell’amico-rivale Jean-Paul.

Gli anni ’70 di Alain Delon e la rivalità con Jean-Paul Belmondo

È sulla ambigua maschera di Alain Delon che il regista Jean-Pierre Melville costruì la figura del sicario di “Frank Costello faccia d’angelo” (1967). In “Borsalino” (1970) di Jacques Deray, il divo ebbe modo di confrontarsi con l’altro attore simbolo del cinema francese, Jean-Paul Belmondo, gareggiando con lui nell’imprimere un piglio canagliesco alla recitazione in una commedia poliziesca che ebbe successo in tutta Europa. E proprio con Belmondo già da tempo era in scena sulle cronache di gossip l’immagine della rivalità con Delon, sebbene i due grandi attori si considerassero amici fino alla fine.

Gli anni Settanta furono per Delon contrassegnati da ruoli sempre legati al ‘polar’, con qualche altra apparizione nel cinema d’autore. L’attore, infatti, sostituì Marcello Mastroianni nel film “La prima notte di quiete” (1972) di Valerio Zurlini, e contribuì a rendere memorabile la figura torbida e romantica del protagonista, Daniele Dominici, un maestro disilluso che rispecchia le contraddizioni e i dubbi di una generazione.

Anche in “Mr. Klein” (1976) di Joseph Losey, Delon raffigura alla perfezione un personaggio tragico e sfuggente: l’usuraio perseguitato dall’idea di un altro sé stesso negli anni bui dell’occupazione nazista a Parigi.

La chiamata di Antonioni nel 1962, poi “Il Gattopardo”

Il film favorì l’inizio di una carriera italiana dell’attore francese: Michelangelo Antonioni lo volle, infatti, per “L’eclisse” (1962), facendogli interpretare il dinamico e arrivista agente di borsa Piero. Nel 1963 fu ancora Visconti a scritturarlo per “Il Gattopardo”, nel ruolo dell’affascinante Tancredi, nipote del principe di Salina, valorizzato dalla lettura chiaroscurale e barocca del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa elaborata dal regista.

Nello stesso periodo Delon fu protagonista in Francia di un ‘polar’ (il poliziesco alla francese) che si rivelò un grande successo commerciale: “Colpo grosso al Casinò” (1963) di Henry Verneuil, dove recitò per la prima volta con il più popolare attore francese dell’epoca, Jean Gabin, interpretando un giovane impulsivo truffatore. Ai successi della vita professionale per Delon si legarono in maniera inscindibile i clamori di quella privata: una lunga e tormentata storia d’amore con l’attrice Romy Schneider, il discutibile attivismo politico e imprenditoriale, che ebbe un seguito anche giudiziario, il suo coinvolgimento in vari scandali rosa. Le vicende biografiche finirono per rendere ancora più avventurosa e seducente, agli occhi del grande pubblico, l’immagine dell’attore, che divenne, sul finire degli anni Sessanta, emblematica dei personaggi amorali e privi di scrupoli protagonisti di certi polizieschi francesi.

L’inizio della carriera di Alain Delon

Per il giallo di René Clément, “Delitto in pieno sole” (1960), Alain Delon, scelto inizialmente per una parte secondaria, ottenne quella del protagonista: il subdolo Tom Ripley che uccide un giovane miliardario per assumerne l’identità. Il film ebbe un buon successo e rappresentò per Delon un trampolino di lancio, proponendo per la prima volta quel personaggio controverso a lui estremamente congeniale. Fu però un maestro Visconti a consentirgli di lasciar affiorare una complessità interpretativa, che lo impose all’attenzione, quando lo diresse magistralmente in “Rocco e i suoi fratelli” (1960), opera in cui lo spirito neorealista si fonde con le cadenze del melodramma. Delon rese perfettamente l’introversa malinconia del giovane protagonista, Rocco Parondi, un figlio del Meridione immigrato a Milano, proletario dall’animo ‘viscontianamente’ nobile, ma destinato per la sua eccessiva mitezza a risultare un perdente.

L’attore francese aveva 88 anni. A comunicare la sua scomparsa sono stati i tre figli in un comunicato stampa congiunto all’AFP. “Alain Fabien, Anouchka, Anthony, così come (il suo cane) Loubo, hanno l’immenso dolore nell’annunciare la sua morte. Se n’è andato sereno nella sua casa a Douchy, circondato dalla sua famiglia”.

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