Di Al.Tallarita
Ringrazio tutti i miei lettori costantemente, per la fiducia che danno alle mie idee e la libertà con cui le esprimo, nei miei approfondimenti. Forse perché fondamentalmente, io da perdere non ho nulla. Perché le cose le ho non solo studiate, ma vissute sulla pelle. Come la violenza e solo in quanto donna. Che cosa mi chiedete oggi di parlarvi del 25 novembre? Di una data, l’ennesima, scelta per ricordare che ci sono donne che vengono uccise tutti i giorni? Ma cosa si fa per evitare tutto questo? Cosa si fa in generale contro la violenza? Si, la violenza. Perché ad essere uccise non solo le donne, sono gli uomini ad essere uccisi, sono i bambini lanciati dai balconi e gli adolescenti che si suicidano tutti i giorni, a causa del bullismo imperante.
Che cosa mi state chiedendo? Di avvallare un nuovo finto 8 marzo? Data della mia data di nascita, l’unica cosa che sento di festeggiare in quel giorno. Per ringraziare il fatto che la natura mi ha generata, non parlo di Dio, per accogliere le sensibilità religiose di chiunque, ma chi mi segue ben sa’ che io ho il dono della fede. Detto ciò, è proprio il nome di questa fede, oltre che per l’onestà intellettuale, che mi contraddistingue, che mi sento oggi di non fare l’encomio alla giornata. Come le centinaia di rappresentazioni a suon di scarpette rosse, che oggi saranno presenti nelle piazze d’Italia, nei teatri nelle associazioni, nei convegni.
Mi sono rifiutata personalmente, oggi di essere presente anche un convegno, nonostante me lo avessero chiesto degli amici a cui tengo. Non solo perché non mi trovo nelle località in cui questo convegno doveva essere organizzato, ma soprattutto perché io emotivamente, non me la sento. Non mi sento di dare una giornata come di trattasse di un tema e non di orrore. Favorendo a ghettizzare ancora di più questa realtà aberrante. Definita in modo sminuente femminicidio. Ma che cos’è questa parola? Un modo per rinchiudere dentro una scatola, la violenza imperante, che la nostra società vende. Una società in evoluzione si, ma che ha dimenticato totalmente l’etica e la morale. E i suoi valori in quanto società.
Che dimentica le leggi e la protezione di ogni singolo individuo. Ma del resto.. questa società ..si evolve dal delitto d’onore dove era normale che la donna, per lavare il proprio onore venisse uccisa. Ora ci si scandalizza, quando l’orrore è protratto da indiani. Ma la brutalità arcaica è tra di noi. La donna viene uccisa tutti i giorni. Perché è utilizzata come un oggetto percepita come tale. Venduta come tale, presente in ogni singola pubblicità che scorre, nelle nostre televisioni, nei siti internet, nei giornali. Sì perché di questo stiamo parlando, dell’oggettivizzazione del corpo della donna. Finché questo corpo, verrà visto solamente come un oggetto d’uso e consumo. Differente dal fatto che a livello antropologico, certamente il corpo è anche oggetto e strumento, per poter agire ed intervenire nel mondo, manifestando la nostra intenzione e volontà di potere. Fattore che sempre sostengo e scrivo nei vari libri, analizzando la tematica del potere.
Ma quest’oggettivizzazione del corpo della donna, nella nostra società, con il sentore di proprietà e possesso che ne scaturisce, è imperante. A partire da quando, la pubblicità, è diventata veicolatore di messaggi così forti, pregnanti, spesso subliminali, nel nostro inconscio e in quello sociale. Come pretendiamo che l’uomo possa vedere la donna in maniera differente?
Il bullismo e la violenza, sono presenti tra le righe ..nelle pieghe della nostra società, in modo totalizzante. Vive dentro le nostre famiglie e nei nostri linguaggi, nei rapporti interpersonali. Nella colorita parolaccia, è insita la violenza. Tra le mura domestiche, quel costante sminuire, la violenza urla, è aggressività, minaccia. La violenza la ritroviamo anche in Parlamento nei discorsi urlati, di chi dovrebbe rappresentare la società..
La violenza è presente nella nostra società e dentro quella violenza, muoiono le donne. Affogano gli uomini. Si suicidano i ragazzi.
Di cosa stiamo parlando?
Ebbene, i dati che dicono che il fenomeno degli omicidi delle donne non è in crescita, fattore che non diminuisce l’orrore di questa perpetuata violenza, ma questa cosa viene venduta dalle televisioni come in crescita perché? Dato ieri riportato al convegno all’università di San Marino, a cui ero presente, nell’ambito dei seminari di criminologia. Chi sta strumentalizzando questa tragedia, creando anche giornate come queste, in cui rinchiudere in pacchetti di fazzolettini di carta, la barbarie che c’è dietro?
Lo sfruttamento, la distruzione, la mistificazione, la plastificazione, del corpo della donna?
Bene, vi lascio con questa domanda amara, amarissima e con qualche dato statistico.
Alla data odierna, relativamente al periodo 1 gennaio – 20 novembre 2022 sono stati registrati 273 omicidi, con 104 vittime donne, di cui 88 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un lieve aumento nell’andamento generale degli eventi, che da 268 passano a 273 (+2%), mentre diminuisce il numero delle vittime di genere femminile, che da 109 diventano 104 (-5%).
Una diminuzione si rileva, inoltre, per i delitti commessi in ambito familiare/affettivo, che da 136 scendono a 120 (-12%), flessione che, in tale ambito, attiene anche al numero delle vittime di genere femminile, che passano da 94 a 88 (-6%). Rispetto allo stesso periodo del 2021 risulta in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 68 scendono a 56 (-18%), sia le relative vittime donne, che passano da 62 a 52 (-16%). Infine, nel periodo 14 – 20 novembre 2022 risultano 10 omicidi, con 7 vittime di genere femminile; di queste 2 sono state uccise dal partner/ex partner.
Ministero dell’Interno
Ministero dell’Interno – Omicidi volontari e violenza di genere.
UNODC EIGE | Statistical framework for measuring the gender-related killing of women and girls (also referred to as “femicide/feminicide”) approvato da UN Statistical Commission.