di Al.Tallarita
Il traffico di esseri umani, per lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, che per lo sfruttamento successivo, è un business di tipo criminale in forte ascesa.
Un fenomeno, influenzato tanto dai problemi economici, i migranti economici, che dall’instabilità politica dell’area nordafricana, vedi la Libia.
La tratta di esseri umani, uno dei principali settori d’interesse di sodalizi criminali, a matrice straniera, favorisce l’ascesa dello sfruttamento lavorativo. Da questo deriva il traffico degli stupefacenti e il traffico della prostituzione.
La portata di questo fenomeno è enorme e la soluzione non è a portata di mano. Perché tali organizzazioni, troveranno sempre il modo di aggirate le misure di contenimento.
Le indagini mostrano che i trafficanti, monitorano le politiche di contrasto e di accoglienza Europee.
L’Italia paga il prezzo enorme di trovarsi nella posizione in cui si trova, nel Mediterraneo. E le altre nazioni non vogliono fare fronte, alle loro responsabilità, di essere in Europa e dover partecipare equamente alla ridistribuzione. Lo si legge nelle relazioni al Parlamento , dal Ministero dell’Interno, che qui cito dal 2018 al 2020. Si tratta di network delinquenziali diversificati, che mutano il modus operandi in base ai paesi e ai cambiamenti delle politiche di accoglienza. Sono operazioni di interscambio, tra le maggiori organizzazioni criminali internazionali, che sanciscono sodalizi multietnici.
Un fenomeno criminale di portata enorme, transnazionale, in cui varie organizzazioni sono attori comprimari, albanesi, rumeni, nigeriani, che agiscono in modo autonomo, in accordo fra gruppi criminali. Proprio questi inoltre, specializzati nello sfruttamento sessuale delle vittime. Ma ci sono anche i trafficanti cinesi. La rotta tunisina parte dalle coste africane centro-meridionali, i migranti raggiungono, con imbarcazioni da pesca e con veloci gommoni d’altura, i litorali siciliani. Il centro direttivo è in madrepatria e vi sono cellule operative logistiche, nei luoghi di sbarco.
La tratta della rotta balcanica
Poi c’è la rotta del Mediterraneo orientale. Dal 2018 le rotte balcaniche sono state potenziate. Dato particolarmente preoccupante, è che l’organizzazione nigeriane, strutturate in particolare in Sicilia, controllano le partenze dalle coste libiche e Nord africane. Nonché tutti i flussi verso il nord Italia e l’Europa. Per l’immigrazione clandestina dal Medio Oriente e dall’Asia, i curdo-iracheni, i siriani, i pakistani e i bengalesi, gli snodi sono nell’asse turco-greco, gestiti, via mare dai criminali ucraini. Questi arrivano sulle coste ioniche pugliesi e calabresi a bordo di pescherecci o motonavi. Poi ci sono le rotte terrestri dai Paesi dei Balcani occidentali e dell’Est Europa, con trasporto sui furgoni e tir, nascosti tra la merce. O su normali veicoli, preceduti da altre vetture che fanno da staffetta. La destinazione finale dei migranti sono Francia, Regno Unito e Paesi scandinavi.
La mafia nigeriana, con la tratta e traffico di stupefacenti, produce enormi introiti. I gruppi primari coinvolti sono i Supreme Eiye Confraternity, Black Axe Confraternity, Maphite ed Vikings o Arobaga. Le ‘famiglie’: Maphite i Latino, la Vaticana, la Roma Empire, la Light House of Sicily. E poi le formazioni delinquenziali come Gran Maghreb.
Diversi gruppi criminali collaborano fra di loro, per trasferire i migranti, cooperano nel produrre i documenti falsi, trovare delle sistemazioni, gestire il trasferimento e lo sfruttamento delle vittime del traffico umano, fino al riciclaggio di denaro. I gruppi nord-africani trasportano soggetti originari del Maghreb, del Corno d’Africa e dell’area medio-orientale, partono dalle coste egiziane, libiche e tunisine.
I migranti, specialmente delle coste tunisine, verso quelle siciliane, che riescono a sfuggire ai controlli e all’identificazione, aumentano il fenomeno di ingresso in Europa di foreign fighter.
Le consorterie nordafricane specie maghrebine, operano nella fase del trasferimento dei clandestini, dall’Africa sub-sahariana e dello sfruttamento in ambito lavorativo, più agricolo.
Quando si cerca di fermare l’immigrazione clandestina delle nigeriane, si contrasta la distribuzione e l’ingresso degli stupefacenti.
Anche la regione Campania presenta questo fenomeno. La camorra, dicono le indagini, tollera la gestione dei nigeriani del mercato della prostituzione. Dietro pagamento di ‘tassa di concessione’ per l’uso degli spazi pubblici e di parte dei guadagni. Ma vietano di stazionare nelle loro zone di controllo.Gli italiani, le indagini dicono, hanno un ruolo importante nella riduzione e nel mantenimento in schiavitù, la tratta e l’acquisto e l’alienazione di schiavi.
Negli sbarchi la componente tunisina dal 2018 è quella maggiore sino a oggi, quella nigeriana era stata maggiore nel 2017.
Gli sbarchi sono stati direzionati verso la Sicilia, i migranti sono stati soccorsi dalla marina militare con l’operazione “Themis” che dal 1° gennaio 2018 sostituisce “Triton”. Rispetto alla precedente, vede due nuove rotte migratorie: quella ad est tra Turchia, Grecia e Albania e quella ad ovest tra Tunisia ed Algeria. I cui obiettivi sono il pattugliamento del mare l’attività di polizia maggiorata e di intelligence per il soccorso dei migranti in mare.
Tratta e Covid
Si legge nel report 2020:
‘Le problematiche connesse al flusso migratorio si sono evidenziate, in modo rilevante, anche in ragione ai lockdown susseguenti all’emergenza epidemiologica, fornendo stimolo alla campagna promossa dal movimento antagonista contro i Centri di Permanenza per il Rimpatrio. Con tali pretesti, sono state attuate iniziative di protesta al fine di chiedere maggiori tutele, contro il rischio di contagio, per gli immigrati clandestini presenti nei predetti Centri chiedendo, al contempo, “sanatorie” anche per garantirne l’accesso alla sanità pubblica‘.
Da uno studio presentato sempre al Ministero dell’Interno del Dipartimento della pubblica sicurezza e Direzione centrale della Polizia criminale Servizio analisi criminale del 2021 si evince quanto segue:
Bisogna operare una distinzione fra ‘smuggling‘ l’introduzione illegale di migranti che determina una relazione contrattuale fra migrante e trasportatori che termina quando il beneficiario arriva a destinazionee il ‘trafficking’,che si basa sullo sfruttamento intensivo del migrante, lo sfruttamento sessuale o economico in condizioni di schiavitù. Implicando i delitti di: riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù, tratta di persone e di acquisto e alienazione di schiavi.
La tratta cinese
La criminalità cinese, è fortemente presente nel traffico e nella riduzione in schiavitù, di persone finalizzate allo sfruttamento sessuale e lavorativo. In ambito interetnico, gestiscono tutte le fasi della tratta. Dall’individuazione nel loro paese, ai documenti per l’espatrio, il trasporto e le sistemazioni, i viaggi, lo sfruttamento e il riciclaggio del denaro illecito. Spesso nel loro caso, è collegato anche il sequestro di persona. Un fenomeno rilevante, è quello dei clandestini che vengono prelevati dai criminali e sono segregati, per portare i familiari, a saldare il debito ed estorcere altro denaro. Spesso venduti ad altri gruppi criminali o sequestrati da quelli rivali. Sottoposti alle condizioni di schiavitù, sono sfruttati nei settori della ristorazione e del tessile. E la giornata lavorativa, con paghe irrisorie, và dalle 10 alle 18 ore. Il denaro illecito guadagnato, viene riutilizzato per gli stessi traffici, per trasferire denaro in Cina e utilizzarlo in Italia per finanziare gli acquisti di immobili e imprese.
La tratta finalizzata alla prostituzione
Al 2020, i nigeriani di confermano primari per la tratta di persone.L’organizzazione criminale nigeriana, reclutate le giovani ragazze per portarle sui mercati della prostituzione, le porta o con viaggio aereo o via terra, proprio attraverso questo flusso di emigranti africani gestito dalle reti transnazionali di trafficanti di esseri umani. A rischio della vita, tra di maltrattamenti e sevizie.Il reclutamento delle nigeriane per il mercato della prostituzione si svolge nel Paese di origine. Particolarmente nelle regioni meridionali della Confederazione Repubblicana Nigeriana, dagli Stati di Edo, Rivers e Lagos, figure cardini che gestiscono la tratta sono le “Madame” o “Mamam”, avvezze e vittime dello stesso percorso “coatto” già ridotte in schiavitù che diventano a loro volta kapò.E fanno leva su ignoranza e traduzioni magico religiose per ricattando le vittime.Tra riti Ju-Ju e Voodoo.Il Juju è “magia nera” è il lato oscuro del Voodoo, che con incantesimi e stregonerie, provoca disgrazie e morte. Il rituale più diffuso nei Paesi dell’Africa, con specifiche differenti nelle varie comunità. Un insieme delle varie pratiche occulte, nonché omicidi rituali.le Madame circuiscono le ragazze prodpettando irreali collocazioni lavorative da parrucchiere, badanti, collaboratrici familiari. Spesso le comprano dalle famiglie in estrema povertà. Si parla di “ingaggio per inganno”. Così si indebitano con i trafficanti “ingaggio per debito”, debiti che sino ‘sacralizzati’ con giuramenti in riti magici, alla presenza dello sciamano “native doctor”. Una volta in Italia le ragazze non possono rifiutarsi di prostituirsi per le minacce di ritorsione verso i familiari. Tra violenze psicologiche che caysano “disturbo post traumatico da stress”. La ‘potenza persuasiva dei “modelli” nigeriani’ di ‘assoggettamento e annientamento personale delle ragazze, prigioniere’ fino all’estinzione del debito, si pone alla base di questo sfruttamento, di questa tratta. Le cui fasi sono : ‘reclutamento, trasporto, accoglienza, supporto logistico, sfruttamento’ gestite dalla ‘Madame’ o dal ‘bros’ corrispettivo maschile.
Delinquenza e nazionalità
Si legge nel report del 2019 che le ‘nazionalità prevalenti dei denunciati e/o arrestati per i delitti di cui agli articoli 600, 601 e 602 del Codice Penale per i quali, complessivamente, si riscontra nel periodo 2016-2019 una netta prevalenza di nigeriani (con 871 segnalazioni totali), seguiti dai romeni (245), dagli italiani (208) e dagli albanesi (62). In particolare, i soggetti di nazionalità nigeriana denotano maggior propensione per il delitto di tratta di persone (440 sono complessivamente le segnalazioni nel periodo in esame), mentre i romeni risultano maggiormente coinvolti nell’attività di riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù (159 segnalazioni), così come gli italiani (143) e gli albanesi (41).’Inoltre ‘isegnalati per il reato di riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù (art. 600 C.P.), nel quadriennio 2016-2019, manifestano maggior ricorrenza i soggetti nigeriani‘.