Di. Al. Tallarita
Caro Presidente Draghi,
Chi ha deciso di mollare il governo, giganti, aspiranti, nani e crucci vari,
sono più che certa sia stato lei.
Questa convinzione, raramente ne ho,
dato che ho sempre costanti dubbi,
mi nasce dal fatto medesimo per il quale ho osannato la sua venuta in quel momento di difficoltà, in cui abbiamo conosciuto Conte del M5s e la Pandemia.
Di certo entrambe scherzi del fato sull’umanità.
Purtroppo non credo che Lei,
data al sua altissima personalità, abbia dato retta a chicchessia.
O a vane promesse.
Lei sà di certo, perché fosse il momento di staccare la spina.
E lo ha fatto nel modo più plateale possibile.
Da uomo di destra liberale democrático economista tecnico burocrate
ha fatto in modo,
con una delicatissima manovra,
che a non votare la fiducia,
fossero proprio la sua famiglia più simile in Parlamento.
La parte atlantista liberista europeista e cristiana di Silvio Berlusconi che l’ha voluta qui. Con cui l’unico problemino è stato che, entrambe, volevate lo stesso incarico di Presidente della Repubblica.
E se due personalità del genere aspirano allo stesso ruolo: viene rieletto Mattarella.
Specialmente se i peones votano, non secondo virtù, ma secondo portafogli (gli stessi che oggi esultano perché 4anni e sei mesi sono passati).
E Matteo Salvini.
Che le ha dimostrato non solo un’enorme empatia e lealtà. Ma che nei fatti ha anche dovuto pagare in termini di consensi, della parte del popolo che poco ne vuol sapere di beghe burocratiche.
Per ottenere per l’Italia e gli italiani,
sempre al primo posto, in ogni cosa pianifichi o realizzi, quanto più possibile in termini di aiuti economici dal Governo e dall’Europa, così come per le imprese.
E allora Presidente, ancora in atto per cento giorni, direi di giorni del condor se mi consente la metafora, in cui dovrà mettere a posto le cose in cui lei è garante in Europa e uscirne così illeso.
Di certo l’operazione speciale russo ucraina sfociata in un conflitto ancora in atto, ha anche avuto il suo peso.
E allora dicevo,
Lei ha cavalcato la piccola onda creata da Conte. Che da sola non avrebbe certo causato uno Tsunami.
Infatti lui la fiducia l’avrebbe votata e di Ministri non ne aveva dimessi.
Ha preparato questo durissimo discorso al limite dei pieni poteri,
in cui, per non urlare contro altri,
lo ha fatto contro i veri amici della destra liberale italiana, che le sono stati leali.
Avrebbero parato il colpo.
Lei lo sapeva .
Non avrebbero potuto a quel punto votare la fiducia.
Ancor più dopo lo smacco di fare votare la fiducia al testo della risoluzione proposta dal Casini e non la risoluzione presentata dal centrodestra a firma Calderoli.
Un piano perfetto.
Ma alla fine il colpevole nei gialli, viene fuori. E non è mai chi viene indicato per primo. Per cui né Conte, perché fino in fondo non era stato capace di andare, ma neppure Berlusconi né Salvini.
Il piano è stato studiato con cura.
È il dopo, che al momento mi sfugge.
Ma ho la certezza che ci sia un dopo.
E sia stato accuratamente preparato.
Caro Presidente,
a chi verrà ora, dal fare la campagna elettorale in poi, già in corso e lo si evince dalla moderatezza dei toni del Presidente Mattarella, che non ha ringraziato il Parlamento, ma solo Lei, ovviamente, senza sbilanciarsi.
Dicevo, per chi verrà ora sarà durissima.
Il nuovo Presidente del Consiglio,
potrà essere il capro espiatorio, in una situazione sociale economica, difficilissima.
In cui le piazze si faranno sentire.
Quello dei tassisti era solo un assaggio.
In cui nuovi gruppi pseudopolitici,
dove non di ambienti sovversivi, seppure dietro nomi puliti, che ignari sprecano percorsi politici precedenti,
Si affacceranno, magari votati
dai più utopisti eo facinorosi.
Che sognano una società diversa antisistema a suon di facili slogan.
Davvero molto, all’interno del sostrato antropologico, sta germinado.
E si è conclamato nella nostra società
con l’input della pandemia.
Mescolato a risentimento sociale,
crisi economica, risentimento e paura.
Il reddito di cittadinanza, ha placato di poco gli animi, appena sarà ritoccato, si vedranno gli effetti. Ed è ovvio a mio avviso va rimodellato, nel senso che deve andare solo a persone indigenti reali e ai diversamente abili. Perché ciò che occorre è creare lavoro, per ottenere una società sana. Aiutare le imprese e abbassare le tasse e non creare assistenza.
Chiedere razionamento di gas e luce, in come prima degli anni cinquanta, che reazioni scatenerà?
Quando la situazione sarà così calda,
e l’immigrazione incontrollata, triplicherà per la carestia del grano
Cosa potrà accadere?
Quanto il malaffare riuscita a inserirsi nelle crisi aperte?
Perché da ottobre, oltre a nuova ondata pandemica, lo scenario è questo.
È per questo, anche oltre qualcosa che al momento non sappiamo, che avete consegnato il paese a chi sapevate fosse avanti nei sondaggi, il centro destra.
Che è anche quello che il popolo per l’ultima volta ha votato democraticamente.
Da lì in poi solo interventi di palazzo
e presidenti a tavolino o tecnici.
Il quadro è chiaro caro Presidente.
Le incognite molte.
Lei ha voluto andare via.
Prima che crollasse il palazzo
E la sua alta reputazione.
Io non la biasimo.
Ma difendo assolutamente, con onestà intellettuale, la posizione di due grandi leader. Differenti per tempi e modi
Leali e sinceri con il proprio elettorato.
Che di politica ne fanno e ne sanno fare.
Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.
E che per coerenza, si sono trovati costretti
a non votare la fiducia.
Dove Lei,
volutamente li ha condotti.
Al. Tallarita