Di Al.Tallarita

Come sempre il Dr. De Fazio è molto disponibile quando lo disturbo, per telefono, nel corso delle varie analisi sociali e criminologiche, che prendono maggiore rilevanza, in base agli ambiti di ricerca in cui sono impegnata. Ho voluto porre le stesse domande a tre principali sindacati della Polizia Penitenziaria e comparti di sicurezza, per porre a confronto punti di vista, divergenze e convergenza, e analizzarne i tratti salienti, poi presentati nel Report sulle carceri dell’OS Osservatorio Sicurezza del CAFISC, che presiedo.

Intervista al Dottor Gennarino De Fazio Segretario Generale – UILPA Polizia Penitenziaria.

VENGONO DENUNCIATI OLTRE 14MILA I DETENUTI IN PIÙ RISPETTO ALLA CAPIENZA CHI DEVE PRENDERSI CARICO DI QUESTI NUMERI REALMENTE?

Più che di numeri, parlerei di persone. Persone che dovrebbe avere in carico lo Stato, il quale si dovrebbe preoccupare, appunto, di trattarle e gestirle come tali. La verità è che invece non vengono considerate neppure alla stregua di numeri, atteso che anche il 230% di sovraffollamento non determina interventi incisivi. In pratica, sono a carico della Polizia penitenziaria, le cui donne e uomini, a loro volta mancanti di18mila unità, sono le uniche figure professionali che stanno in carcere, a diretto contatto dei reclusi, per 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno – quest’anno 366 – cercando, per quel che possono, di rispondere alle loro esigenze e, contemporaneamente, alle istanze di sicurezza della società.

QUALI SONO I FONDI A CUI SI PUÒ ACCEDERE PER LA COSTRUZIONE DI NUOVE CARCERI?

Per quanto ne sappiamo non ci sono. Nel senso che ci sono delle risorse, anche collegate al PNRR, per la creazione di nuovi posti detentivi, aggiungendo padiglioni a carceri esistenti, ma non ci risulta per la costruzione di nuove carceri.Quali strutture in Italia potrebbero essere riaperti restaurati i finalizzati e di enire nuove carceri?Noi pensiamo si debba preliminarmente decidere in maniera programmatica il modello d’esecuzione penale che il Paese debba darsi. Solo in funzione di quello si può procedere a una compiuta programmazione della gestione e della realizzazione degli edifici, anche attraverso un’oculata distribuzione geografica che risponda al principio di territorializzazione dell’esecuzione penale. Ma se vuole sapere cosa penso dell’utilizzo di caserme dismesse, con una battuta, le dico che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha solo voluto buttare la palla in tribuna.

COME IL SISTEMA CARCERARIO PENSANDO AL PANOPTICON DEVE ESSERE MODIFICATO DATI I FALLIMENTI NEL NUMERO DELLE MORTI TRA CARCERATI E PERSONALE CARCERARIO?

L’ho detto prima, bisogna decidere il modello d’esecuzione penale, specie inframurario, e avviare le necessarie riforme capendo che si tratta di un investimento e che, anche attraverso l’abbattimento della recidiva, può divenire volano di sviluppo.

LA VIOLENZA IN CARCERE È DOVUTA AI MECCANISMI DI POTERE E COMANDO SULL’ALTRO E COME SI PUÒ INTERVENIRE?

Legalizzando le carceri. Oggi sono diffusamente illegali. Già a partire dal sovraffollamento e dall’adeguamento strutturale. Poi garantendo la sicurezza e i servizi attraverso il potenziamento e la copertura degli organici del personale. Ancora, e non per ultimo, offrendo un’adeguata assistenza sanitaria, specie di natura psichiatrica.

I TOSSICODIPENDENTI E I SOGGETTI CON DISTURBI MENTALI POSSONO ESSERE TENUTI IN CARCERE CO GLI ALTRI DETENUTI? CHI DEVE INTERVENIRE?

Non dovrebbero stare in carcere. Devono intervenire il Governo e il Parlamento al fine di creare un impianto normativo che consenta loro di seguire percorsi alternativi i quali, specie per i malati di mente, dovrebbero essere a gestione esclusivamente sanitaria.

CHI È RESPONSABILE PER IL CORREDO DI OGGETTI USATI IN CARCERE CHE POSSONO FINIRE AD ESSERE STRUMENTI DI MORTE ACCIDENTALE O SUICIDIARIA?

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Ministero della Giustizia, lo Stato. Ma, attenzione, lo Stato siamo noi…

COSA SI ASPETTA DAL GOVERNO COME INTERVENTO IMMEDIATO ALLA TREMENDA SITUAZIONE CARCERARIA ATTUALE?

Mi aspetterei solo che il Governo realizzasse ciò che ha promesso in campagna elettorale e ciò che continua a promettere, specie attraverso alcuni suoi esponenti. Mi aspetterei che prendesse atto dell’emergenza senza precedenti e varasse un decreto carceri per consentire, in primis, il deflazionamento della densità detentiva, assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria, il potenziamento dell’assistenza sanitaria. Dal Governo e dal Parlamento mi aspetterei le riforme complessive, cui ho fatto prima cenno.

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