Al. Tallarita 

Domenica e lunedì si vota a Gioia Tauro. 

Il 23 e 24 giugno.

Chiunque abbia l’incarico di amministrare una città e oggi Gioia Tauro, deve poter avere, nella fase successiva alla chiusura dei seggi, l’appoggio di tutte le forze sociali e politiche. 

Una coscienza lucida e presente, regionale e provinciale. Specie laddove le condizioni di base siano fortemente critiche, come ben agli occhi dei consapevoli gioiesi appare. In un territorio ampio centro nevralgico della piana, che reca opportunità e responsabilità. Seconda cittadina per importanza della provincia, cuore pulsante del Porto tra i primari del Mediterraneo. 

Di certo la possibilità di avere un importante impegno di partiti, con simboli nazionali, consente forze propulsive, che intervengono nei rapporti sociali. Al di là dell’incarico in sé, delle competenze, dei doveri e sacrifici che comporta. 

E ben venga.

Tutto ha il suo peso specifico. 

Pur dove i movimenti, fossero solo civici, ad augurarsi che gli storici componenti di destra e di sinistra, capiscano che devono porre da parte altri interessi, per una congiunzione di intenti e la formazione di una nuova Giunta, propositiva attiva e forte, nel lavorare congiunta, ove anche critica. 

E il tutto si svolge, 

nonostante corpose storiche presenze, meno citate, che ogni lato tiene ben strette. Alla cui ombra, si muove quella volontà di voto o non voto, che poco ha a che vedere spesso col candidato di turno. 

E nonostante i poco pregevoli toni reciproci, o questa sorta di tifo da stadio, che interviene tra opposte fazioni, che poi, ricordiamoci, convergeranno, dovutamente, in una unica strada, che è quella dell’amministrazione di Gioia Tauro e del controllo opportunamente critico, dell’operato in corso. 

La visione finale, dovrà essere unica e unidirezionale, per la crescita della città e il mantenimento di quel che di base latita. 

Dai servizi basilari per la fruibilità di un territorio, a tutto il resto, che abbia come centro, il cittadino.

Parliamo, lo sappiamo di un Comune, dove terne commissariali si sono succedute e i cui esiti, ovviamente, non hanno lasciato sostanziali azioni sul territorio. Limitandosi ad amministrazioni necessarie, opportune e di legalità, seppur nei ritardi delle relazioni conseguenti al loro periodo. Ma che poco hanno a che fare con quello che un governatore, un Sindaco, può e deve compiere, per la sua amata città, in coscienza, responsabilmente.

Sindaco, che all’indomani, dovrà essere di tutti. 

Votanti e non, da ognuno possa sentirsi rappresentato.

Gioia Tauro paga queste fasi e anche la parentesi del dopo le prime elezioni, alla fine di quel protratto mandato commissariale. 

Sono moltissime le falle e i punti da sanare. In una situazione di certo, che partiva traballante e priva di agibilità democratica, a mio chiaro avviso. Ma entro la quale pochissimo si è realizzato in coscienza. Si, alcuni opportuni interventi culturali e di salvaguardia del patrimonio industriale, di certo, ma del resto, troppo è rimasto incompiuto. 

Qui è là neppure guardato e gli anni sono trascorsi. 

Dalla semplice gestione stradale, a quella urbana e poi dei rifiuti, della toponomastica, solo accennata e non curante di intere zone residenziali, del controllo dei terreni privati e del loro mantenimento decoroso. Del decoro urbano in generale e del lungo mare in particolare, dei tributi richiesti più volte agli stessi soggetti, a volte con incauti provvedimenti e un latitante accurato controllo ..e la lista sarebbe tediosamente lunga, ancorché angosciante. 

Negare i fatti nel bene e nel male, 

non crea alcun utile sociale.

E a chi alza lo spauracchio del commissariamento, sappiamo chiaramente, vorrei dire, che se così dovesse essere, auguriamoci di no, potrebbe avvenire comunque e nonostante l’uno o l’altro candidato si vesta dell’ambita fascia tricolore. 

Sia chiaro. Vi sono questioni e problemi da cui non è semplice esimersi. E chi arriva da una parte o dall’altra, riceve in dote un passato, che volente o nolente reca un suo peso specifico.

Gioia Tauro và amata. 

Non agognata per posizioni ed incarichi.

Capita, accudita, promossa. 

In ogni suo aspetto, antropologicamente compresa e fatta risaltare nei suoi molti pregi, storici, culturali, paesaggistici, territoriali, infrastrutturali, per percorsi già iniziati ed altri che potranno compiersi per portare lavoro e crescita. 

La paura non costruisce.

Ci vuole coraggio. 

Conoscenza del territorio e volontà di azione. Attraverso persone competenti.

Per cui cari votanti, cari gioiesi, 

Votiamo!

Andiamo fiduciosi a compiere il nostro diritto e dovere di voto, con e secondo propria coscienza. 

Lo si faccia in ragione del diritto di voto 

e di scelta libera e democratica, 

scevra da critiche feroci o sventolati spauracchi.

Buon voto a tutti!

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