Bullismo e cyberbullismo, dal 14 giugno entra in vigore la nuova legge. Interventi mirati per minori difficili: la strada della mediazione e dei progetti educativi
Orizzonte scuola
Con la nuova legge in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo (legge 70/2024, in vigore dal 14 giugno 2024), si amplia notevolmente la casistica di interventi rieducativi e riparativi che la procura e il tribunale per i minorenni possono mettere in campo per affrontare comportamenti “irregolari” o aggressivi dei minori.
Presupposti per l’attivazione delle misure
Le misure rieducative possono essere attivate nei confronti di minorenni, anche sotto i 14 anni, che manifestano irregolarità di condotta o del carattere oppure tengono condotte aggressive, anche di gruppo o telematiche, contro persone, animali o cose, lesive della dignità altrui.
Ruolo del Procuratore presso il Tribunale per i Minorenni
Il Procuratore, dopo aver raccolto le informazioni necessarie, può attivare:
Un percorso di mediazione penale minorile
Chiedere al Tribunale per i Minorenni di disporre un progetto di intervento educativo
Il progetto di intervento educativo
Se richiesto dal Procuratore, il Tribunale può disporre con decreto uno specifico progetto di intervento educativo con finalità rieducative e riparative, sotto il controllo dei servizi sociali. Il progetto può prevedere:
Attività di volontariato
Laboratori teatrali, di scrittura creativa, corsi di musica
Attività sportive o altre iniziative che promuovano il rispetto per gli altri e relazioni non violente
Coinvolgimento delle famiglie
Il contenuto del progetto è definito dai servizi sociali coinvolgendo i genitori del minore, salvo casi di assoluta impossibilità. Può essere previsto anche un sostegno all’esercizio della responsabilità genitoriale.
Esiti del progetto
Sulla base della relazione periodica dei servizi sociali, il Tribunale può:
Dichiarare concluso il progetto
Farlo proseguire
Sostituirlo con un nuovo progetto
Nei casi più gravi, disporre l’affidamento temporaneo ai servizi sociali o il collocamento in comunità
La nuova normativa punta quindi su un approccio multidisciplinare e riabilitativo, coinvolgendo famiglie e servizi sociali, e ricorrendo a percorsi riparativi e rieducativi innovativi per prevenire e contrastare fin da subito condotte irregolari o violente dei minori.