Le Haenyeo sono figure iconiche, degne rappresentanti della forza e determinazione delle donne coreane. Sono di professione delle pescatrici che abitano sull’isola di Jeju e che, per procacciare crostacei, polpi e molluschi possono stare in apnea più di due minuti nuotando velocemente fino a basse profondità. Queste donne del mare vengono da una lunga stirpe di professioniste delle immersioni e tramandano un mestiere talmente duro e raro da essersi meritato la nomina a Patrimonio dell’Unesco. Scopriamo insieme la storia e la vita particolare delle donne Haenyeo.Di cosa parliamo in questo articolo1 Storia e futuro delle donne pescatrici di Jeju2 La vita delle donne Haenyeo di Jeju3 Curiosità sulle Haenyeo4 Dove vedere le donne Haenyeo a Jeju: Haenyeo Women Diver ShowAvete mai provato a stare due minuti sott’acqua senza respirare? Ci vogliono davvero polmoni d’acciaio! Ecco le donne Haenyeo in questi due minuti devono anche nuotare verso fondali e rocce sommerse e catturare le loro prede… il tutto senza bombole d’ossigeno. Polpi, granchi, ricci e abaloni sono il ricavato delle loro fatiche che viene poi venduto ai ristoranti.Secondo molti si tratta dei frutti di mare più buoni della Corea del Sud, ma purtroppo le pescatrici al giorno d’oggi faticano molto per guadagni relativamente bassi, questione che renderà difficile trovare qualcuno che nelle prossime generazioni voglia prendere il loro posto.Prima di iniziare potrebbe interessarti capire esattamente cosa fare, vedere e mangiare a Jeju!Storia e futuro delle donne pescatrici di JejuCerto, l’Unesco nel 2016 ha dichiarato le Haenyeo Patrimonio Immateriale dell’Umanità, ma come è possibile preservare un mestiere che prevede fatiche importanti, una vita estremamente dura e richiede competenze altissime ma che viene pagato storicamente molto poco?Le Haenyeo, termine che in coreano significa “donna del mare”, sono pescatrici appartenenti storicamente a famiglie non benestanti che praticano un tipo di pesca artigianale davvero duro. Con estrema fatica e trattenendo letteralmente il fiato si sono create un mestiere prettamente femminile in un mondo solitamente dominato dagli uomini, quello della pesca. Secondo molti storici coreani la tradizione delle Haenyeo nacque intorno al V secolo d.C. ma la grandissima diffusione del mestiere avvenne nel XVIII secolo, quando molti uomini lasciarono Jeju in mano a madri, mogli e figlie per andare in guerra in seguito all’invasione giapponese (e la maggior parte di essi non fece poi ritorno).Vista la necessità di procacciarsi il cibo e avere un lavoro redditizio le donne rimaste a provvedere alla famiglia in tempi durissimi si cimentarono con grande impegno in questo mestiere e da allora molte generazioni hanno continuato l’impresa di queste pescatrici coraggiose. Perché questa sia rimasta un’occupazione prettamente femminile non è chiaro, ma secondo il giudizio popolare coreano le donne sarebbero più adatte a reggere lo stress delle immersioni in acque fredde a causa della facilità con cui possono accumulare grasso corporeo. Una spiegazione un po’ traballante, a nostro modesto parere: è molto più probabile che questo fosse un lavoro eccessivamente faticoso e solitario quindi gli uomini abbiano saggiamente deciso di starne alla larga.La vita delle donne Haenyeo di JejuL’addestramento delle Haenyeo inizia da giovanissime, spesso prima dei 10 anni di età perché è un mestiere che difficilmente si riesce a imparare da adulti, inoltre la fase di apprendista (hagun) può durare molti anni. Dopo aver imparato le basi le ragazze iniziano a pescare in solitaria e raggiungono il livello di Haenyeo intermedio (Junggun).Solo le donne più esperte nonché quelle che riescono a stare sott’acqua più tempo e portare a riva più pescato ottengono il titolo di Haenyeo esperte, le Sanggun, che poi possono anche diventare Dae Sanggun, ovvero delle maestre e delle rinomate professioniste della pesca subacquea. Molto spesso queste figure sono in grado di immergersi e sfidare le giovani leve superandole alla grande anche a più di 60 anni grazie alla loro esperienza e allo sviluppo di abilità di apnea e nuoto speciali. Le particolari delizie pescate dalle Haenyeo erano un tempo abbastanza ben pagate da sostenere una famiglia, oggi purtroppo grazie a tecniche di allevamento intensive e importazioni di alimenti da altri paesi non è più un grande affare sfidare le acque gelide per la pesca sottomarina, un lavoro duro e pericoloso per la quale si guadagna meno che a fare il commesso in una catena di supermercati. Potete immaginare quindi perché le donne di Jeju spingano le proprie figlie a studiare ed evitare questo tipo di carriera. Inoltre la comunità delle pescatrici tradizionali di Jeju è molto legata al proprio territorio e rispetta con grande attenzione le regole di pesca e i limiti imposti dalla guardia ambientale, cosa che rende ancora più difficile poter guadagnare bene a confronto dei pescatori moderni.Curiosità sulle HaenyeoLa vita di queste donne pescatrici come immaginerete è piuttosto particolare, così come lo è la loro attrezzatura da immersione. Un tempo infatti non esistevano le tute in neoprene per sub e quindi una delle problematiche sott’acqua era resistere al freddo e agli urti. Se oggi le mute sono usate da tutte le pescatrici è però vero che fino ad una manciata di decine di anni fa era ancora possibile vedere signore che si immergevano alla vecchia maniera ovvero con costumi in tela, senza maschera o altri gadget. Lo strumento antico che identificava le Haenyeo era invece una sorta di uncino connesso ad un bastone che, insieme ad una paletta per raschiare le conchiglie e una rete, era sempre parte del corredo delle pescatrici (e lo è ancora ma in versione rimodernata in acciaio).A seconda dei tipi di pesca e delle profondità da raggiungere, molte donne del mare usavano anche dei pesi per raggiungere più velocemente la propria meta subacquea. Il centro della vita di queste professioniste erano i bulteok, delle costruzioni in pietra che al centro avevano un grande fuoco per scaldarsi e che offrivano ristoro e riparo nei momenti in cui si indossava il costume o si rientrava dalla pesca.Oggi ne rimangono pochi e nella maggior parte dei villaggi ci sono invece cabine riscaldate con docce calde per le pescatrici. Molto bello è il bulteok che si trova nel villaggio di Gimnyeong-ri che è un rifacimento moderno dei vecchi complessi, ideato da architetti creativi per non dimenticare le tradizioni locali.Le donne prima di andare in mare erano anche solite radunarsi e pregare una speciale divinità protettrice delle Haenyeo: Jamsugut, la Dea del Mare che da sempre protegge i pescatori, i marinai e gli abitanti di Jeju in generale. Se visiterete l’isola scoprirete che lungo la costa ci sono ancora molti templi e piccoli santuari dedicati dedicati alla divinità e, se sarete fortunati, potrete anche assistere a celebrazioni particolari degli abitanti locali come Jamsugut, un festival speciale che si festeggia l’8 marzo e che è molto sentito dalle Haenyeo e dalle loro famiglie.Il nostro consiglio è di visitare assolutamente il Museo delle Haenyeo che si trova sulla costa ovest dell’isola: è un luogo speciale che permette di vedere immagini e filmati di repertorio incredibili e molti video documentari sulla professione e la vita delle donne coreane che hanno fatto della pesca subacquea estrema un’arte rinomata internazionalmente.Dove vedere le donne Haenyeo a Jeju: Haenyeo Women Diver ShowAnche se il loro numero si è ridotto di molto negli anni, le donne sub sono ancora parte integrante della vita e dell’economia dell’isola. Crediamo che il modo migliore per vederle all’opera sia passare del tempo a Jeju e aguzzare la vista quando siete sul mare: se dovesse capitarvi di vedere una boa colorata (rossa o arancione, solitamente) non lontano dalla costa, restate in attesa perché nel giro di poche decine di secondi potrebbe affiorare una haenyeo.