Wired, L.goode
A metà tra X e Clubhouse, questa piattaforma basata sui messaggi audio sta vivendo una fase di grande popolarità. Ma resta da capire se riuscirà a imporsi in maniera stabile
Airchat è diventata l’ultima ossessione social nel mondo techJONATHAN KITCHEN/GETTY IMAGES
Lo scorso fine settimana, all’improvviso, il cofondatore di Airchat Naval Ravikant si è visto costretto a chiudere le iscrizioni al suo social network. Dopo il lancio della nuova versione, la piattaforma se era rapidamente popolata di persone che volevano dare un’occhiata – ma forse sarebbe meglio dire un ascolto – all’ultima tendenza nella Silicon Valley. Come accade spesso nel caso delle nuove app, Ravikant aveva offerto a un numero ridotto di utenti degli inviti illimitati da condividere con gli amici. L’iniziativa però gli si è ritorta contro: “Abbiamo visto un incredibile afflusso di nuovi utenti, quindi disattiveremo gli inviti per un po’ di tempo”, ha dichiarato il cofounder di Airchat domenica.
Ravikant non ha dato la notizia su un sito di news, e neppure su Twitter o Threads. L’annuncio è arrivato sotto forma di breve post audio all’interno dell’app, accompagnato dalla trascrizione.
Come funziona Airchat
Airchat coniuga un feed in stile Twitter con il formato audio di Clubhouse. Dopo aver aperto l’applicazione sullo smartphone e aver visualizzato i suggerimenti sui contatti da seguire, davanti agli utenti appare subito un feed minimalista fatto da blocchi di testo, che non sono altro che le trascrizioni di post audio. Mentre si scorre, l’app salta automaticamente da una nota vocale all’altra, a meno che non si decida di toccare il pulsante Play/Pausa nascosto nell’angolo in basso a destra della schermata principale.
Per pubblicare un audio su Airchat, invece, basta tenere premuto il pulsante Audio/Video nella parte inferiore dell’app, parlare e poi rilasciarlo (c’è anche un’opzione video, ma da quello che ho visto finora, non la usa nessuno). Se invece parlare in pubblico non fa per voi, c’è la possibilità di utilizzare l’opzione dei messaggi diretti. In ogni caso, la regola è che su Airchat non è permesso usare la tastiera.
L’app ha anche diversi elementi che potrebbero lasciare perplessi gli utenti. Le note vocali, per esempio, sono condivise sul feed nel momento stesso in cui si lascia il pulsante Audio/Video, per cui è meglio che quello che registrate sia corretto già al primo tentativo. Certo, c’è un’opzione che consente di cancellare l’audio, ma personalmente non mi sono accorto dell’icona a forma di cestino finché qualcuno non me l’ha fatta notare. Anche la gestione delle risposte non è molto intuitiva. Per qualche oscuro motivo, non è possibile rispondere a tutte le note vocali, né tantomeno vedere tutte le risposte a una determinata registrazione. Ma non è chiaro nemmeno quale sia la durata massima di un audio. Come se non bastasse, tutte le note vocali vengono riprodotte di default a una velocità 2X (è possibile regolarlea tenendo premuto il pulsante Play/Pausa nell’angolo in basso a destra dell’app, una funzione che anche in questo caso però non salta subito all’occhio).
A prima vista la nuova versione di Airchat sembra una versione rinnovata dell’app introdotta senza grande clamore la scorsa primavera. Brian Norgard, che è stato a lungo responsabile del prodotto di Tinder, l’aveva inizialmente immaginata come un’app di messaggistica vocale peer-to-peer. Circa un anno fa, Ravikant, già fondatore della società di software AngelList, ha affiancato Norgard, occupandosi poi dello sviluppo della piattaforma negli ultimi mesi. Così è nata l’Airchat 2.0.
A detta di Ravikant, buona parte dei finanziamenti per l’app arrivano dal suo fondo personale e da Jeff Fagnan, socio fondatore di Accomplice Ventures. “[L’ad di OpenAI] Sam Altman ha versato un assegno, un po’ alla cieca”, mi ha raccontato Ravikant in una risposta pubblica su Airchat, dopo aver gentilmente rifiutato di rispondere ai miei Dm e aver insistito perché la nostra conversazione avvenisse sulla piattaforma e in pubblico. “Non può essere un’intervista su canali secondari e Dm. Questo è il vecchio mondo che ci stiamo lasciando alle spalle“, mi ha spiegato.
Finora il feed di Airchat sembra essere pieno di appassionati di tecnologia, early adopter, venture capitalist e giornalisti. Ci sono molti post sui Bitcoin ed è presente anche Garry Tan, amministratore delegato di Y Combinator, l’acceleratore di startup più potente della Silicon Valley.
Ma Airchat può anche contare su un’intelligenza artificiale. Le trascrizioni delle note audio realizzate dall’AI vengono visualizzate quasi immediatamente, sono decisamente valide ed eliminano automaticamente gli ehm (anche se quando ho usato la parola “Airchat”, il sistema ha trascritto “chat di errore” prima di correggersi). La piattaforma, inoltre, sembra essere in grado di riconoscere e trascrivere diverse lingue.
Privacy e monetizzazione
Ma che ne sarà di tutti questi dati vocali? Ravikant dice che i fondatori di Airchat non useranno la voce degli utenti per addestrare un modello linguistico di grandi dimensioni o creare “strani cloni sintetici“. Il confondatore del servizio precisa anche che non è intenzionato a vendere i dati di Airchat a un’altra azienda che costruisce modelli di intelligenza artificiale, soprattutto considerando che l’app è relativamente piccola e i suoi dati non sono categorizzati. Tuttavia, probabilmente la piattaforma utilizzerà i suoi dati vocali per addestrare un modello che migliori le funzioni audio e le trascrizioni.
A tal proposito, ho chiesto a Ravikant se qualche azienda di intelligenza artificiale sarebbe comunque in grado di raccogliere i dati da Airchat senza un accordo formale. “Li bloccheremo, li citeremo in giudizio e nel caso avessi una batteria di satelliti orbitali, li bombarderemo“, è stata la sua risposta.
I piani di monetizzazione di Airchat, invece, sono meno chiari. Ravikant non ha mai parlato della possibilità di far pagare l’accesso agli utenti. E se da una parte è evidente che il formato attuale dei contenuti si adatti bene agli annunci pubblicitari in formato audio, andare in questa direzione rischierebbe di rendere l’app inascoltabile per gli utenti.
Poi c’è il problema della moderazione dei contenuti, dal momento che le note audio vengono condivise nel feed senza essere filtrate nell’esatto momento in cui chi le registra rilascia il bottone del microfono virtuale.
In un fine settimana recente sull’app è stato creato un canale chiamato “Guerra”, a cui si sono iscritte più di 529 persone. Gli argomenti di conversazione spaziavano dall’attacco dei droni iraniani su Israele alla guerra a Gaza, ma anche sulle tensioni tra Stati Uniti e Cina. Gli utenti hanno condiviso opinioni, notizie non confermate, pensieri sulle armi e previsioni sul prezzo del petrolio.
Seppur asincrona, la conversazione ricordava quelle che si svolgevano su Clubhouse, l’app di conversazione audio dal vivo diventata virale durante la pandemia, prima di cadere nel dimenticatoio. Al pari di Airchat, anche il servizio era afflitto dalle difficoltà di moderazione connaturate a una piattaforma basata sugli audio.
Le politiche di Airchat si concentrano l’automoderazione. Anche se è possibile silenziare o bloccare un utente, la strategia non risolve i problemi dei contenuti dannosi o della disinformazione che si annidano in un’app. Airchat sottolinea anche allontanerà gli utenti in caso di molestie, furto d’identità, comportamenti scorretti e contenuti illegali (ma non per diverbi educati o per questioni politiche).
Ho controllato il feed Airchat di Ravikant in cerca di informazioni più specifiche sulla moderazione dei contenuti. Non sono riuscita a trovare nulla a riguardo, ma ho notato che nella tarda serata di qualche giorno fa aveva riaperto l’app agli utenti iOs. Il cofondatore della piattaforma sembrava aver difficoltà a dormire: “Santo cielo, devo andare a dormire – ha detto in una nota audio con la voce stanca –. Ma sto portando avanti una splendida conversazione nei Dm“.
Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.