Che cosa succede al cervello dei bambini “accuditi” dallo schermo-babysitter?
I bambini fino ai due anni sottoposti a un’eccessiva visione di tv, tablet e smartphone potrebbero avere (anche) problemi di elaborazione sensoriale. Che cosa significa?

Focus

Tv, bambini
“I bambini da zero a due anni non dovrebbero essere mai lasciati davanti a uno schermo di tv, tablet, pc e smartphone. Al massimo un’ora al giorno, invece, è il tempo consigliato per i bambini da due a cinque anni”. È l’appello lanciato nel 2019 dall’Organizzazione mondiale della sanità: anni di studi e decine di ricerche, infatti, avevano riscontrato diversi problemi comportamentali nei bambini piccoli affidati agli schermi-babysitter.

TV, TABLET E CELLULARI. L’elenco è lungo: irritabilità, apatia, ritardo nel linguaggio, alterazioni del sonno. E ancora, in età scolare, perdita di capacità cognitive: problemi di attenzione, di memoria e difficoltà di comprensione. Ma adesso questo elenco si allunga: secondo un team di ricercatori della Drexel University, Philadelphia (Usa), l’esposizione agli schermi di neonati e bambini di età inferiore ai due anni potrebbe essere associata a problemi di elaborazione sensoriale, che sono prevalenti nei disturbi dello spettro autistico e della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Lo studio è stato pubblicato su JAMA Pediatrics.

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Gli studi più importanti che hanno dimostrato quanto i cellulari usati come babysitter siano pericolosi per lo sviluppo dei bambini sono spiegati nell’articolo “Neonativo digitale” di Margherita Fronte su Focus n.377 (marzo 2024). Perché non ti abboni? © Focus
L’elaborazione sensoriale atipica è il disturbo del quale soffrono i bambini che, pur avendo organi di senso normali da un punto di vista fisiologico, sono troppo sensibili – oppure per nulla – agli stimoli dei sensi, ovvero a ciò che vedono, toccano, gustano, annusano, ascoltano. Per esempio, il bambino può toccare o annusare eccessivamente gli oggetti (“ricerca di sensazioni”), può avere una sensibilità inferiore ed essere più lento a rispondere agli stimoli – come essere chiamati per nome (“bassa registrazione”), o può essere turbato da suoni, rumori o luci, ed evitare alcune azioni sensoriali, come farsi lavare i denti (“evitamento di sensazioni”).

Tecnologia
Dopo la pandemia i bambini passano più tempo davanti allo schermo

Lo studio è stato realizzato su dati registrati dal National Children’s Study tra il 2011 e il 2014 su un campione di 1.471 bambini (50%maschi) che avevano guardato – o non avevo guardato – programmi tv o dvd (allora tablet e cellulari non erano diffusi come adesso) a 12, 18 e 24 mesi. I genitori o caregiver hanno compilato un questionario  – Infant/Toddler Sensory Profile – progettato per ottenere un “profilo” sensoriale dei bambini a 33 mesi di età.

BAMBINI TROPPO SENSIBILI. Risultato: i bambini di un anno che trascorrono del tempo davanti agli schermi hanno una probabilità maggiore del 105% di sviluppare problemi di elaborazione sensoriale entro i 33 mesi; per quelli di 18 mesi, ogni ora in più al giorno trascorso davanti allo schermo è associata a una probabilità maggiore del 23%; infine, per quelli di 24 mesi, ogni ora al giorno in più segnala una probabilità maggiore del 20% entro l’anno successivo.

Scienza
Tecnologie: troppo tempo davanti allo schermo già a 12 mesi

«Abbiamo scoperto che l’esposizione allo schermo entro i 24 mesi di età è legata a un aumento dell’elaborazione sensoriale atipica a 33 mesi», spiega la responsabile dello studio Karen Heffler, professoressa associata di psichiatria alla Drexel University. «E questa associazione potrebbe avere importanti implicazioni per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività e per l’autismo, poiché l’elaborazione sensoriale atipica è riscontrata in circa il 60% dei bambini con ADHD e in circa il 90% dei bambini con disturbo dello spettro autistico».

I CONSIGLI DEI PEDIATRI. Se dunque i risultati dello studio indicano che il tempo trascorso davanti allo schermo nei primi anni di vita può essere un fattore significativo, sono necessari «ulteriori approfondimenti per determinare se la visione può alimentare l’iperconnettività cerebrale sensoriale osservata nei disturbi dello spettro autistico, come l’aumento delle risposte cerebrali alla stimolazione sensoriale», conclude Karen Heffler.

Una cosa è certa: considerando che la neuroscienza ci ripete da tanto tempo che affidare i bambini piccoli agli schermi-babysitter può causare numerosi problemi comportamentali e di sviluppo, la raccomandazione dei pediatri è sempre la stessa: più giochi e passeggiate all’aria aperta. Ma non con i piccoli seduti sul passeggino con il tablet in mano.

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