Di Al. Tallarita
Le parole sono storie. Le parole sono pezzi di racconti, che narrano percorsi, strade non percorse. Sguardi distratti o sentieri tentati dentro i sentimenti. Di qualcuno, di cui si racconta un pezzo di storia. Questo in una strada, che è via del Pellegrino, e il nome lo racconta. Privata dal traffico cittadino in un giorno di dicembre, su un tappeto rosso, una Valentine rossa. Che suona. Le melodie sono parole e sono tasti. Che si muovono sotto dita che sanno e sognano, come scrivere e raccontare. E dietro quella Valentine c’è Marea. Un progetto di poesia errante. Federica Mattiazzi, si racconta ai nostri microfoni.
C’è chi passa e guarda incuriosito, c’è chi fotografa, attirato dal rumore dei tasti, c’è chi posticipa, approfittando della timidezza del figlio, verso un mondo virtuale e chiede ” hai un sito o anche Istagram” – “si“- rimandando quel vivere reale, ad un dopo infinito e immateriale. L’opposto di quello che è Marea.
Marea progetto di poesia errante
“Con una macchina da scrivere vado in giro per le città scrivo poesie dedicate alle altre persone (a) chi vuole fermarsi al mio tavolo ho sempre una sedia vuota davanti a me quindi insomma (chi) si è incuriosito che ha voglia di farsi scrivere una poesia (lo fa)”
Quali sono le persone che si fermano
“.. per strada tutti si fermano i ragazzi, i bambini soprattutto, sono incuriositi dalla macchina da scrivere (..) alcuni si sono fermati (e) mi hanno chiesto di scrivere una poesia, anche adolescenti avevano bisogno di ricevere una poesia (..) Io chiedo sempre se hanno un una parola preferita oppure un tema che (..) io posso esplorare”
Cosa chiedono le persone
“Chiedono tantissimo di parlare. C’è chi mi da un tema che sia l’amore o la crescita personale.”
Richiedono di più l’amore o la crescita personale ?
“Allora devo dire.. più l’amore ma anche perché si fermano tante coppie e quindi scrivo alla coppia (prima le conservavo) (lo) facevo con la carta carbone adesso non lo faccio più dopo tutto magari dovrei farlo“.
Cosa ti piace di questo tipo di attività
“..che mi piace incontrare persone e fare quello che ho sempre fatto che non (pensavo) di poter fare cioè scrivere poesie e perdermi in un mondo poetico che anche stando in mezzo alle altre persone perché era sempre stato presente.. quando ero piccola mi perdevo avevo sempre i miei momenti in cui ero da tutt’altra parte in un altro mondo.. è sempre (ero) richiamata (stavo a) guardare fuori dalla finestra. Questa era proprio una mia caratteristica che (spesso) non andava bene e invece (così posso farlo) (..) magari partendo da una parola come detto .. chiedono tantissimi di parlare”.
Che studi ha fatto Federica
“Ho studiato lingue sono laureata in lingue e letteratura e ho studiato teatro. A Bologna. Mi è sempre piaciuto perdermi. Avevo sempre i miei momenti in cui ero persa in un altro mondo mi (fermavo ) dietro una finestra..”
Perché Roma
“..penso che Roma sia la città fortunata per chi fa il mio lavoro perché c’è sempre molta (gente) e molto frequentato (..) io scrivo anche in inglese ho studiato negli Stati Uniti. (Qui) Ho un associazione giovanile. Che ha vinto un bando giovani e organizzo con altri colleghi laboratori gratuiti di cinema-documentario per ragazzi migranti (è) il primo anno che lo facciamo “
In via del Pellegrino hai scritto poesie?
“Ho scritto una poesia per una bambina Margherita“.
(ma poi la Marea travolgerà anche noi scrivendo un poesia per ..’Luana’)
“..è la prima volta che vengo (qui) in via del Pellegrino e ho conosciuto Federica che è la proprietaria di RETROPOSE (Boutique in Via del Pellegrino 60 di Federica Cremisini) le ho scritto una poesia domenica scorsa appunto a ponte Sisto e lei mi ha ricontattata mi ha chiesto se (potessi venire) alla festa Natale di via del Pellegrino“.
E oltre a Roma ?
“..negli anni l’ho o fatto in Sardegna dove in realtà sarebbe partito (il progetto) …a Bologna.. un festival fatto a Perugia durante il Jazz Festival ..(e) lì vicino ..sul lago Trasimeno Castiglione del Lago”
sì potresti fare delle raccolte ..
“Sì, ci ho pensato in realtà adesso con uno studio grafico (stamperò) una piccola raccolta ho pochissime di poesie e però devo dire che in quel momento in cui io scrivo la poesia non riesco a prendere il telefono a fare una foto perché è un momento talmente intenso con un’altra persona che è come squarciare un velo
..però stai facendo storia guardala da questo punto di vista. Parliamo di una storia vera e propria che testimoni con questo fare opera raccogliendo storie..
Quel che resta è il senso di questo pezzo di arte che si muove sui tasti di una rossa macchina da scrivere.