Sangiuliano: «Autentico tesoro»
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Lo scavo archeologico si concluderà nei primi mesi del 2024 e successivamente «lavoreremo per rendere accessibile al pubblico questo luogo», spiega la direttrice del Parco Alfonsina RussoNel Parco archeologico del Colosseo, tra Foro romano e Foro Palatino, sono stati riportati alla luce alcuni ambienti di una lussuosa domus di età tardo-repubblicana. La scoperta, di cui erano state scavate alcune strutture murarie nel 2018, è stata fatta esattamente nell’area in cui, scrive Ansa, in età augustea, vennero costruiti gli Horrea Agrippiana, i celebri magazzini lungo il vicus Tuscus (strada commerciale che collegava il porto fluviale sul Tevere e il Foro Romano) costruiti dal genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa. La domus si sviluppa su più piani, con ogni probabilità articolata a terrazze e contraddistinta da almeno tre fasi: tra la seconda metà del II secolo a.C e la fine del I. L’ambiente principale della struttura è una sala per banchetti che imita una grotta (specus aestivus) utilizzata durante la stagione estiva e animata da giochi d’acqua grazie al passaggio di alcuni tubi in piombo tra le pareti decorate. All’interno della domus è stato inoltre rinvenuto un rivestimento parietale in mosaico detto «rustico» che per complessità delle scene raffigurati e per cronologica, dicono gli esperti, è privo di confronti. Il mosaico – che si data agli ultimi decenni del II secolo a.C. e che presenta una sequenza di scene figurate – è costituito da conchiglie di diverso tipo, tessere di blu egizio, preziosi vetri, scaglie minute di marmo bianco o di altri tipi di pietre, tartari (ovvero frammenti di travertino spugnoso) e cretoni di pozzolana legati da malta e orditi.«Autentico tesoro»Nelle quattro edicole (lesene), decorate con vasi da cui fuoriescono foglie di loto e di vite, sono raffigurate delle armi con trombe di tipo celtico (carnyx), prue di navi con tridente; ma anche timoni con triremi che alludono, probabilmente, a un duplice trionfo, terrestre e navale, del proprietario della domus. La grande lunetta soprastante presenta, anche, una raffigurazione di un paesaggio con, al centro, una città, con scogliera simulata con i tartari di travertino, affacciata sul mare e tre grandi navi di cui una con vele sollevate; una cinta muraria con piccole torri circonda la città dotata di portici, porte e di un grande edificio pubblico; su uno dei lati una scena pastorale. Mentre in una stanza è stato rinvenuto un rivestimento in stucco bianco con paesaggi entro finte architetture e figure di altissima qualità. «La scoperta di una nuova domus con un ambiente decorato da un mosaico davvero straordinario rappresenta un risultato importante che dimostra, ancora una volta, quanto il Parco archeologico del Colosseo e il ministero della Cultura siano costantemente impegnati nel promuovere la ricerca, la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale. Il rinvenimento ha poi un importante valore scientifico che rende la domus ancor più rilevante. Dopo la riapertura della Domus Tiberiana e il miglioramento dell’accessibilità dell’Anfiteatro Flavio, con l’inaugurazione dell’ascensore che ora arriva al terzo ordine, il cuore della romanità ha disvelato quindi un autentico tesoro, che sarà nostra cura salvaguardare e rendere fruibile al pubblico», ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.«Un importante risultato»Si tratta di un «importante risultato» per il direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo – «che ripaga un lungo lavoro di studio e di ricerca e che rientra in uno degli obiettivi prioritari del Parco, quello della conoscenza e della sua diffusione. Lo scavo archeologico si concluderà nei primi mesi del 2024 e successivamente lavoreremo intensamente per rendere al più presto accessibile al pubblico questo luogo, tra i più suggestivi di Roma antica», conclude. La domus si qualifica come residenza in cui si ritrova espressa la cosiddetta luxuria asiatica che per tutto la tarda età repubblicana fu motivo di feroce lotta politica tra le fazioni aristocratiche e che conferma, quanto dicono le fonti sulla presenza, con estese residenze, di esponenti di grandi famiglie senatorie romane nell’area nord-occidentale del Palatino.