di AL.Tallarita

Il 25 novembre ci ricorderemo ancora che la violenza contro le donne ..non è una data ricordo.

ma che la morte corre sul fino dell’essere donna..

Non si può assolutamente fare, della constatazione dei danni, scaturiti dai retaggi della mentalità patriarcale, una bandiera politica.

In particolare a sinistra nè dalla parte estremista del femminismo. Le cui sane battaglie hanno migliorato in Europa la condizione della donna. In quanto sono reali, i problemi di visione non paritaria della donna, della volontà di oggettivizzarla, di renderla non libera e non autonoma, anche economicamente, succube di padri, fratelli, mariti, fidanzati. Sottoposte a violenze di genere di ogni tipo, mentali e psicologiche, sociali. Perpetrate nelle pieghe della società, (non vestirti, non truccarti, non guadare, chiudi le gambe, sguardo basso, un passo dietro l’uomo, non uscire da sola, non parlare, stai in cucina, sono cose da uomini….e potrei scriverne un libro…) di vessazioni, botte, stupri e omicidi..

Tutto questo, nulla ha a che fare con una o un’altra parte politica. Perchè tali questioni, riguardano indistintamente tutti e vanno valutati gli errori, i retaggi storico sociali e quelli attuali, per analizzare il quadro sociale e cercare delle reali e pratiche soluzioni, che intervengano modificando quest’andamento. E non riguarda ovviamente tutti gli uomini, specie quelli che hanno avuto educazioni familiari, di regole rispetto e valori morali ed etici.

Che tali retaggi di stampo patriarcale, inoltre si sommino al degrado di una società, è altresì chiaro, in cui le famiglie con la loro funzione educativa sono sparite, in cui i ragazzi sono soli e lasciati a se stessi con i telefonini in mano e i tablet, con l’invito a star zitti, a casa al ristorante. Oggetti a cui è stato delegato il compito educativo. E con quei no che mancano, con il tutto è lecito e consentito o ancor peggio.. propugnando l’idea costante di una perfezione, figlio perfetto, famiglia perfetta, corpo perfetto, società perfetta..che non esiste nella realtà..e che crea la base per aspettative e frustrazioni, che avvelenano la mente e l’anima.

Con le scuole, in cui i docenti hanno perso la funzione formativa e appena arriva un docente, che propone modelli validi di studio, lavoro impegno e disciplina, ritenuti sorpassati, difficilmente può fare quello che sarebbe il suo mestiere e si ritrova le classi a non entrare alla prima ora, la sua, per non lavorare.. essendo abituati a far poco e nulla..In nome di una scuola, che per guardare tutto e tutti, ha perso completamente la funzione normativa, di educazione e formazione alla società civile. Con un divisione netta di ruoli e funzioni, nonchè di compiti, voti e punizioni (note, sospensioni, ammonimenti) ove necessarie. Per formare alla vita, alla gestione della frustrazione, dei no, dei fallimenti e cambiamenti da affrontare dopo le cadute. Se non ancora, rare, in scuole di presidi illuminati e coraggiosi..

Adolescenti e bambini abbandonati a loro stessi, ai social, al bullismo, al branco virtuale, anzichè essere in casa, con i genitori o i fratelli o i cugini, i nonni..la famiglia tutta o in parrocchia, al catechismo o all’oratorio, o agli scouts.

O dovunque si potesse fare società, crescita con regole e attività costruttive e dove si potesse crescere insieme, imparando, ad essere se stessi tra norme e regole del vivere civile. Tra valori condivisi, etici e morali e così nelle varie culture democratiche e libere come quelle europee. A cui tanti anelano, proprio contro retaggi arcaici e patriarcali, specie quelli tossici, appartenenti a molte troppe culture, che vedono la donna come inferiore all’uomo, nessi e connessi.

Ora, farne bandiere ideologiche e partitiche, di questi importanti argomenti, da analizzare e in merito a cui è necessario operare uniti, in modo concreto, affinché la società riveda molti dei parametri attuali, per non piombare in un baratro di priorità asociali e bestiali, arcaici e privi di empatia, è osceno e vergognoso. D’innanzi a tutto ciò che accade.


Specie nelle ore terribili, dell’ennesimo omicidio, lucido frutto dell’odio e della frustrazione, di una società che degrada la donna e il suo corpo. E non sopporta libertà e successi. E che ancora in molte pubblicità e sui social, quel corpo della donna, è denudato, per attrarre le voglie del compratore.

Ci sono molti controsensi, devastanti, che ribaltano concetti e valori.

La libertà non è denudarsi madri e figlie su onlyfans, non è libertà questa poi..ma libertinaggio e prostituzione. Atteggiamenti che boicottano il lavorio costante, fatto per rendere la donna libera e rispettata, in ogni sua scelta di vita e di manifestazione di se stessa. Se le parole indicano fatti e scenari, creando società, è bene siano utilizzate realisticamente sempre. Ovviamente corpi femminili in tal caso sempre oggetti, entro quella stessa mentalità patriarcale, che sfrutta la donna a fini e scopi di piacere o poi all’opposto di maternità forzata. Laddove la donna sia concepita solo ed esclusivamente, come procreatrice generatrice e custode della famiglia o altrimenti inutile inadatta improduttiva, un peso.

Ruolo, anche questo di madre e o moglie, che deve poter essere non imposto dalla società di appartenenza, ma anche questo scelto liberamente. E non frutto di imposizione violenta della cultura di nascita e crescita, che concepisce la donna solamente come moglie e madre o altrimente la vede in modo degenerato e oggetto sessuale o da stupro. Appartenente sempre e comunque a qualcuno, che sia padre o marito.

Se ancora ad oggi, lo stupro è usato come arma di guerra, tando dovrebbe dire….e far capire.

Seppur con la provocazione, della libertà di poter scrivere cosa molti pensano e non dicono a sinistra e a destra, la situazione femminile nel mondo e anche in europa è terribile. E chi lo nega è complice, di una maschilità tossica, che odia il femminile.

Ricca di misoginia, iperpresente in questa società spesso per giustificare atteggiamenti di uomini narcisisti, manipolatori, che protraggono relazioni tossiche e spesso con atteggiamenti patologici. Giustificati, nascosti e coperti, ancora per paura, vergogna e senso di inadeguatezza dalle donne. Che devono essere invece aiutate, ad affrontare la realtà accettare che quegli atteggiamenti non sono normali ne accettabili, che la vergogna non deve essere loro, ma di chi quella violenza in mille forme la impone, approfittando di indole buona, o di dipendenza affettiva, e che siano aiutate a denunciare, ad andare via, prima di gravi conseguenze, irreparabili.


La libertà della donna corre ancora sul quel filo sottile di madonne e prostitute.

Aldilà dello sproloquiante dibattito falso politico. E chi è senza peccato sbatta in piazza..la sua prima e ultima pietra..

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