“L’impegno quotidiano della Polizia di Stato contro ogni forma di violenza sulle donne si esprime non solo con il contrasto dei comportamenti criminali, ma comprende un’articolata strategia di prevenzione
con l’obiettivo di contribuire a quella crescita culturale che possa consentire il raggiungimento di un’effettiva parità di genere.
I maltrattamenti domestici, le minacce, gli atti di stalking, le violenze
e gli omicidi che colpiscono le donne sono delitti che si caratterizzano
spesso per una relazione affettiva, attuale o passata, fra l’autore e la
vittima. E l’esistenza di questo legame condiziona inevitabilmente il comportamento della donna, perché alla sua sofferenza ed ai suoi bisogni si
aggiungono un isolamento e una paura di denunciare quando l’autore non è uno sconosciuto.
Il senso di colpa o la vergogna per la fine di una relazione affettiva, la dipendenza economica, il timore per le reazioni o per le conseguenze sui figli condizionano le scelte della donna, in contesti sociali che a volte non incoraggiano ad affrancarsi da umiliazioni e violenze di ogni tipo.
E così, l’operatore di polizia, chiamato ad intervenire, non si inserisce in un’ordinaria dinamica delittuosa, tra
autore e vittima, ma deve essere preparato a superare i silenzi e la reticenza, avendo la capacità di offrire nel contempo aiuto anche laddove non venga richiesto.
In tale prospettiva, la formazione costituisce un aspetto essenziale per fornire quel bagaglio di conoscenze
del fenomeno – le radici storiche e culturali, gli strumenti normativi penali e amministrativi, le possibili connotazioni psicologiche delle vittime – che consenta di operare con immediatezza e competenza su tutte le possibili forme di violenza di genere.
La collaborazione con le diverse istituzioni, le associazioni e i soggetti pubblici e privati impegnati per combattere la violenza contro le donne, non può che essere quotidiana, nella convinzione che la complessità del problema richieda anzitutto una diffusa azione culturale per superare le barriere frapposte nella realtà.
Da qui, l’obbligo di un impegno capillare sul territorio nazionale per promuovere quella cultura della non discriminazione e del rispetto assoluto dei diritti umani, che costituisce strumento indispensabile per erodere
il terreno su cui ogni forma di violenza trova la sua origine.
Da dieci anni la campagna della Polizia di Stato “…questo NON è amore” vuole rappresentare uno strumento
concreto di ascolto e di divulgazione, non solo per le donne ma per tutti coloro che vogliano essere parte
attiva di un cambiamento.
Non basta indignarsi alla violenza, ma è necessario lavorare concretamente tutti insieme contro ogni forma
di omertà e rassegnazione.
Vittorio Pisani
Capo della Polizia
Direttore generale della pubblica sicurezza
Nel 2023, ogni giorno, 85 donne sono state vittime di reato. Nel solo primo semestre, sono state 59 le donne vittime di omicidio volontario.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la Polizia di Stato rinnova il suo impegno, con la campagna “Questo non è amore”, a diffondere attraverso l’informazione e la prevenzione, la cultura del rispetto e della consapevolezza.
Il capo della Polizia Vittorio Pisani, nella prefazione della brochure 2023 sottolinea come “la campagna della Polizia di Stato vuole rappresentare uno strumento concreto di ascolto e di divulgazione, non solo per le donne ma per tutti coloro che vogliano essere parte attiva di un cambiamento. Non basta indignarsi alla violenza, ma è necessario lavorare concretamente tutti insieme contro ogni forma di omertà e rassegnazione”.
L’opuscolo 2023, che sarà distribuito in tutta Italia, durante le iniziative promosse dalle questure per essere ancora più vicine alle donne, ha come obiettivo quello di poter dare, a chi legge, il coraggio e la capacità di consigliare o chiedere aiuto, proprio partendo da storie vissute da alcune vittime di violenza di genere.
Rivolgersi alla Forze dell’ordine o contattare la rete nazionale antiviolenza tramite il numero 1522 è fondamentale per poter uscire efficacemente dalla spirale di violenza, fisica e psicologica, di cui si è vittime.
Nelle piazze italiane e nei luoghi di aggregazione, nei prossimi giorni saranno presenti poliziotti specializzati nel gestire casi di violenza di genere che, con l’aiuto di psicologi e di personale dei centri antiviolenza, incontreranno le donne e qualunque cittadino interessato ad avere consigli. Gli eventi saranno l’occasione per approfondire e conoscere meglio gli strumenti per difendersi, come ad esempio l’ammonimento del questore, previsto sia per episodi di stalking che di violenza domestica, qualora non si intenda avviare un procedimento penale o la sorveglianza speciale per i maltrattanti.
L’iniziativa “…Questo non è amore”, come ricorda il direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, Alessandro Giuliano va nella direzione di sottolineare che un’altra strada è possibile.
Una strada nella quale le vittime non sono sole e non devo sentirsi abbandonate. Con questo obiettivo la Polizia di Stato, anche quest’anno, collabora alle iniziative “Una stanza tutta per sé” di Soroptimist International, “Sicurezza vera” di FIPE – Federazione italiana pubblici esercizi e “Cerchi antiviolenza” di The circle Italia.
Una strada alternativa, inoltre, è prevista da alcuni anni anche per gli uomini violenti. È infatti operativo in molte province italiane il “protocollo Zeus” che, grazie a centri specializzati presenti nelle realtà locali, offre un percorso di recupero che faccia comprendere al violento il disvalore delle sue condotte, diminuendo i casi di recidiva.