Il tempo
Israele dopo gli attacchi a Gaza in risposta a quello tremendo da parte di Hamas di sabato scorso sembra sempre più intenzionato a rispondere con un’operazione via terra nella Striscia. Tra le variabili in gioco in questo scenario drammatico c’è quella degli ostaggi: un numero che a seconda delle fonti viene indicato tra le 100 e le 200 unità, israeliani di altre nazionalità. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, all’indomani della missione in Egitto ha riferito di aver informato che “ci sono tre ostaggi italiani e ho avuto una risposta positiva, un impegno per cercare di salvare queste persone”. Leggi anche: Israele, Netanyahu mostra le foto dell’orrore a Blinken: “Hamas come l’Isis”Nel corso della puntata di Otto e mezzo di giovedì 12 ottobre, su La7, Lucio Caracciolo ha risposto alla domanda della conduttrice Lilli Gruber sulla possibilità che siano in corso negoziati segreti per la liberazione dei prigionieri. “Le trattative sono sempre segrete anche quando Israele scambiava prigionieri con Hamas lo erano, solo dopo diventano palesi”, spiega il direttore di Limes, giornalista esperto di geopolitica. “Sicuramente ci sono dei canali aperti che sono quello qatarino e quello turco, ma per il momento mi pare che né Hamas ha interesse a dare indietro degli ostaggi, né credo che gli ostaggi siano una priorità israeliana”, argomenta Caracciolo. Insomma, una trattativa al momento è difficile perché per nessuna delle due parti è la priorità, seppur per motivi diversi. “Israele qui si gioca l’esistenza e quindi può mettere nel conto anche la morte degli ostaggi altrui ma anche propri”, conclude.
Nel corso della puntata di Otto e mezzo di giovedì 12 ottobre, su La7, Lucio Caracciolo ha risposto alla domanda della conduttrice Lilli Gruber sulla possibilità che siano in corso negoziati segreti per la liberazione dei prigionieri. “Le trattative sono sempre segrete anche quando Israele scambiava prigionieri con Hamas lo erano, solo dopo diventano palesi”, spiega il direttore di Limes, giornalista esperto di geopolitica. “Sicuramente ci sono dei canali aperti che sono quello qatarino e quello turco, ma per il momento mi pare che né Hamas ha interesse a dare indietro degli ostaggi, né credo che gli ostaggi siano una priorità israeliana”, argomenta Caracciolo. Insomma, una trattativa al momento è difficile perché per nessuna delle due parti è la priorità, seppur per motivi diversi. “Israele qui si gioca l’esistenza e quindi può mettere nel conto anche la morte degli ostaggi altrui ma anche propri”, conclude.