di Al. Tallarita
La notte è appena iniziata
L’idea che sia tutto rose a fiori da adesso è un’illusione.
Lo dicono il debito pubblico italiano. Il garante tedesco. L’intervento a gamba tesa della Von Der Leyen e di quello che rappresenta.
Dell’agenzia di rating Moody’s ,come riportato dall’Ansa, che scrive: il
governo italiano dovrà affrontare le sfide creditizie e implementare il Pnrr, gestire il debito e la crescita negativa, i costi di finanziamento e gli sviluppi dell’inflazione. Questo il commento, su quel che attende il nuovo governo in Italia, dopo i primi exit poll sul voto.
Che si tratti sinceramente, di una risposta dei votanti, al clima difficile post pandemico, di crisi economico-nergetica, di crisi internazionale, con l’affievolimento del populismo, restando sempre l’Italia un territorio fortemente sperimentale, tanto per questo, quanto per il sovranismo nazionalista, appare evidente.
Che, per la coalizione, il partito di FdI raddoppi i suoi voti al nord, Forza Italia confermi la presenza al sud, nonostante i pochi votanti,(troppi gli astenuti), e la Lega al sud si mantenga ma diminuisca le sue preferenze nella base del Nord.
Manifesta il momento di grave crisi.
Un giro di boa da cui riscrivere la storia futura italiana.
In un difficile quadro geopolitico internazionale.
C’è ancora in ballo la crisi ucraino-russa, il rapporto con la Nato, l’emergenza energetica, per la quale l’Italia deve fare sentire la sua voce, se non vuol vedere crollato parte del suo apparato imprenditoriale e industriale.
Ma avrà la forza di farlo?
Gli slogan delle campagne elettorali sono già il passato.
Intanto il Presidente Draghi, uscente, dovrà concludere alcune scadenze, entro fine anno. Necessarie per l’arrivo dei fondi stanziati dall’Unione Europea, del piano di ripresa e resilienza.
I giornali esteri urlano all’estrema destra, violenta, xenofoba, alquanto ripetitivi. Quasi stantii.
Con primo partito FdI, la coalizione va oltre il 40%. Questo comporta una maggioranza alla Camera e al Senato, di certo o per voto interessato, assistenziale, o per mente corta …nessuno si aspettava, che nonostante l’aver dimezzato i consensi, il MoVimento 5 stelle attestasse tali percentuali. Conte lo riscatta come primo partito al sud astensionista, Calabria in testa.
Movimenti anti-sistema a partire da Italexit, non supererano la linea di confine per il Parlamento, gli altri fenomeni..non pervenuti.. nomi storici rischiano neppure di arrivarci tra gli scranni.
Chi ha fatto da argine all’interno del partito come la Lega, paga per incomprensione da parte dell’elettorato. Che, sempre desideroso di facili risposte, non sempre realizzabili nell’immediato, ha premiato un’opposizione, che è riuscita nell’operazione di raccogliere tutti gli scontenti. Essendo stato anche l’unico partito non al governo. Proveranno anche questo.
La disaffezione popolare al voto, deve comunque, insegnare molto alla nostra classe politica.
La prima patata bollente sarà proprio il nodo sui balneari. A Draghi il compito della risoluzione dei 55 traguardi, di cui 26 vanno ancora gestiti. Sotto la lente d’ingrandimento della commissione europea, Per ottenere gli oltre 21 miliardi restanti.
Sarà interessante vedere determinata, la composizione di Governo e gli equilibri, che si riuscirà a creare.
Sorridere in questa fase si può, ma a denti stretti, le ola di giubilo svaniranno molto presto ahinoi.
‘È Il tempo della responsabilità’
dice la Meloni, nel suo discorso alle ore 2,30 del mattino usciti i primi definiti exit poll.
Bruxelles tace mentre arrivano i complimenti di Orban, da un suo consigliere, per la coalizione e i tre leader. Di Morawieckie e della Le Pen, di Abascal di Vox. Dalla tedesca von Storch, di Afd.
Così come di Zemmour, dei nazionalisti francesi.