di Al. Tallarita
La cosa che ha fatto muovere il mio interesse nello scrivere questo articolo, è l’assoluta mancanza di contraddittorio alla trasmissione ‘Coffee break’ d’Italia 7, che talvolta ascolto la mattina prendendo il caffè. Hanno presentato le ragioni del no del rigassificatore a Gioia Tauro, ma solamente esponenti politici di sinistra o definiti esperti legati a tale area. Questa mancanza totale di un contraddittorio equilibrato, ha mosso la mia penna. Le ragioni per le quali il comune di Gioia Tauro vedrà il rigassificatore, impianto che riporta il gas dallo stato liquido a quello gassoso, rientrano in un piano di autonomia energetica di cui tutti si lavano la bocca, ma pochi poi comprendono il come farlo.
In meno di 4 anni, dice Il Sole 24h ‘(..)sarà in grado di processare 12 miliardi (anche 16) di metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl) al giorno(..)Posizionato all’interno del retroporto, in un’area di 47 ettari che ricade nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno, il rigassificatore della Calabria sarà collegato per 7 km alla rete della Società nazionale metanodotti (Snam).(..)Costo dell’investimento, tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro ‘. L’impianto, inoltre, ha già ottenuto tutte le autorizzazioni.
Il ministro della Transizione ecologica, Cingolani, ha annunciato i nuovi siti.Tre rigassificatori, sono già presenti a Livorno, La Spezia e Rovigo. Altri saranno a Ravenna e a Piombino. Dove Bonaccini e Giani vedono come procedere. In Calabria Occhiuto è un Presidente del fare, finalmente. Al contrario di chi mantiene il territorio della piana di Gioia Tauro e la ridente cittadina, in particolare, nel degrado.
Le norme sui rigassificatori sono state inserite nel decreto Aiuti.
Le operazioni saranno gestite a Gioia Tauro da Sorgenia e Iren.Sappiate che palemiche inutili a parte, ideologiche, i progetti autorizzati, verranno realizzati. Anche la Sardegna entra in tale disegno. Con il Dpcm per la Sardegna, per definire il programma di transizione energetica, a firma Draghi.
Teniamo presente che Nazioni come la Spagna, il colore politico si conosce, ne hanno molti di più e sparsi in tutto il territorio. Perché indipendenza energetica, significa dover intervenire nel territorio a tutti i livelli. Con tecnologie avanzate. Questo ha consentito l’essere umano, a non restare all’età della pietra e a superare le varie fasi oscurantiste della storia. Il meccanismo tecnologico, ha i suoi pro e contro, ma senza questo l’uomo sarebbe rimasto dov’era e senza ruota..
Impedendosi di svilupparsi creativamente ed evolversi fino a oggi. Rigassificatori, nucleare, energie alternative, pannelli fotovoltaici, eolico, gas bio e tutto il resto. Il mondo va avanti. Non viene dal nulla la produzione di ricchezza, non viene dal nulla il lavoro né l’evoluzione tecnologica. Non viene dai perenni No.
Diverrà un fiore all’occhiello della piana di Gioia Tauro, che anziché dover avere sempre assistenzialismo e problemi atavici, abbia nomea di evoluzione tecnologica, oltre che per il porto, che anche lì potrebbe generare molto più lavoro, se l’area fosse sviluppata a dovere.. e approfitto qui nel dire che Gioia Tauro avrebbe dovuto veder nascere un porto turistico, il cui progetto è stato presentato per Lamezia e che non è stato mai preso in considerazione. Progetto che porta alla bonifica ambientale, alla reindustrializzazione e a un indotto turistico.
Questo perché non si va avanti, nell’evoluzione umana, con i no. O saremmo rimasti all’età della pietra. Nel caso di Gioia Tauro con i commissariamenti voluti dallo Stato, ma conclusi con poche risposte reali, ne benché meno cambiamenti radicali. Né poi con amministrazioni attive, praticamente inesistenti, se non sulla carta.
Cari sindaci della piana che vi occupate del rigassificatore, per Gioia Tauro, in questo caso specifico, tante battaglie potreste invece intestarvi. Anziché accettare passerelle elettorali prima, mancata agibilità democratica poi, come a mio tempo denunciai, semplicemente ‘non facendo’.
E lasciando cittadini che pagano i tributi senza servizi primari, con spazzatura in giro sulle piazzette, come al villaggio Eranova, e roghi improvvisati. Con le buche in strada stile Beirut, senza i nomi nelle vie, con zone vicino alle zone residenziali del lungomare, lasciate con i nomi delle lottizzazioni e senza toponomastica. I terreni da lottizzare di privati, completamente pieni di sterpaglie, che producono topi, serpi e quant’altro (a quanto pare i vigili non se ne accorgono passando dei canneti che invadono le strade) che dovrebbero essere invitati proprio dal comune a tenerli puliti e recintati.
Per evitare anche lo sversamento di rifiuti in giro. Anche da parte di gente che senza scrupoli eco, a pagamento, ritira e butta dovunque.
E mi pare che le ultime indagini e gli arresti dei carabinieri sottolineino tali fattori. Di chi viene considerato, abitante di ghetto, ma invece fa parte del malaffare gioiese.
Su cui fanno speciali in TV, in cui anche il vecchio postino diventa un attore primario e vengono fatti film, pluripremiati, unica nota positiva di questa bruttissima situazione. Falsamente propagandata.
Su cui si stenda un velo pietoso.
Situazioni di degrado, che sono volute e conclamate, ma non certo legate al razzismo o all’esclusione, di cui Gioia Tauro non sa nemmeno cosa siano né benché meno i gioiesi.
E come se si vivesse nel Bronx, non mancano neppure i cani, grandi neri brutti sporchi e cattivi, sparsi per strada, dove non si può andare a passeggio con i cagnolini perché si viene aggrediti o a piedi verso la stazione o in bicicletta, mancando un servizio di cura e gestione dei randagi. Insomma delle situazioni che quando faccio capolino in quel di Gioia Tauro, nella ridente Marina per stare qualche giorno, ritrovo sempre più gravi. Con una giostra-torre pericolante, per bambini, non ancora rimossa, fatiscente. Certo, frutto di precedenti amministrazioni, ma ancora lì nonostante la pericolosità. Mi auguro non ci si attenda..il peggio per rimuoverla.
Sono stata sempre molto realisticamente polemica, nei confronti di come sia stato trattato, il territorio Gioiese negli ultimi anni. Abbandonato anche dallo Stato con le risposte post commissariamenti che non sono arrivate. E ovviamente mancando le basi, neppure la nuova amministrazione si è trovata nelle condizioni di poter fare. Ma perché restare allora?
Ma almeno ora, tacciano sull’evoluzione tecnologica, che piove dall’alto. Occupiamoci delle città cari sindaci, che del rigassificatore se ne devono occupare i tecnici. E l’evoluzione tecnologica deve procedere. E poi sul rischio sismico, spauracchio ritrito, tutta l’Italia lo è così come addirittura il Giappone. Che non mi pare che i problemi se li ponga più di tanto, basti vedere quanti rigassificatori ci sono li in un territorio così iper sismico.
Non vi porto qui la lista, perché tanto basta fare un giro su le fonti informative necessarie, anche su internet, per averne contezza, di tutti i rigassificatori che sono presenti sia in Giappone e sia in Spagna.
Immagine da Sky TG24