Di Al. Tallarita
Qui non si sta raccontando nulla di nuovo, ma di certo, da analisi che sono state fatte su chat e video di applicazioni social, sono stati evidenziati aspetti non edificanti, dell’esercito americano e comportamenti violenti misogini e volgari, nei confronti delle donne. Si tratta di messaggi e video altamente sessisti e a sfondo sessuale, inviati contro la volontà delle donne. Che si trovano a essere sottoposte, alla ricezione di messaggi osceni, derivati da un contesto lavorativo maschio. Purtroppo quella della misoginia nei confronti dell’essere femminile, è un problema enorme, infinito, che si riscontra in ogni lato del mondo a occidente così come a oriente. Volente o nolente la donna è sottoposta a giudizio, a comando, a controllo; pensata e catalogata come un oggetto. Ai fini pubblicitari, all’interno delle famiglie, all’interno del semplice linguaggio di uso quotidiano, fino ad arrivare alle violenze perpetrate sul suo corpo e infine all’omicidio e allo scempio del suo corpo -oggetto. In questo articolo voglio raccontare, di recenti analisi, che sono state pubblicate sul Federal news network.
In apertura all’articolo di S.Mauccione si legge:
“Semplicemente è troppo presto questa dannata mattina per foto di cxxxx non richieste.” “Mattina per foto di cxxxx non richieste.” “Quel tweet, inviato intorno alle 8:00 del 30 dicembre 2021, era una presa di posizione appassionata di una donna che lavorava per l’esercito che aveva raggiunto il suo limite con i molestatori online, poco dopo che un marine le avrebbe inviato una foto dei suoi genitali senza il suo consenso”.
Sembra sconvolgente, leggere un’apertura di un articolo con tali oscenità, ma la cosa più sconvolgente è che queste siano reali e debbano essere scritte e commentate, da una donna che fa il suo lavoro nell’esercito. Che di certo non sottopone i suoi colleghi uomini, alle stesse violenze, perché di questo si tratta, con scritte o immagini, a cui essa invece è sottoposta contro la sua volontà.
e si legge:
“Il tweet ha avviato un vortice di discussioni sulle molestie online di e da parte dei membri del servizio militare. Le donne membri del servizio hanno rapidamente iniziato a parlare delle loro esperienze con le molestie informatiche da parte dei compagni di truppa. L’immagine è solo un frammento di ciò che molte persone nella comunità militare, in particolare le donne in servizio militare, affrontano ogni giorno quando prendono in mano il telefono o si collegano al computer.
I social media e i messaggi di testo sono ora uno stile di vita per le persone nell’esercito: (..) Tali piattaforme sono anche oggetto di molestie sessuali, (..).
Questo tweet inviato da una donna membro del servizio militare(..)ha dato il via a un vortice di discussioni sulle molestie online di e da parte di membri del servizio militare.
Avance sessuali, (..) bombardano quotidianamente (..)donne, su Internet“.
Tutto questo avviene ovviamente in un settore lavorativo, che è sempre stato considerato ad appannaggio degli uomini. Dove è percepito come normale che il maschio alpha, si senta depredato della sua funzione di comando e debba screditare, l’essere che ritiene più inferiore. In questo caso la donna, dato che comunque questo tipo di violenze, stanno dietro anche al nonnismo e a tutti gli atti di violenza perpetrati verso le persone ritenute più deboli, più fragili, meno degne, a loro avviso, di poter stare in un ambiente lavorativo in cui l’essere macho viene tenuto in esclusiva considerazione.
Cosa più grave, è che il Pentagono, si rifiuta di dare conto, di quante siano queste molestie sessuali e di prendere dei seri provvedimenti, da come emerge dal reportange.
“Tammy Smith, che in precedenza ha servito come alto ufficiale del personale militare dell’esercito, ha affermato che le molestie online che i membri del servizio militare devono affrontare sono quasi infinite.
“Mentre l’amministrazione Biden ha recentemente firmato un ordine esecutivo che rende le molestie sessuali esplicitamente punibili ai sensi del Codice uniforme di giustizia militare nelle forze armate, attualmente il Pentagono e i servizi militari conservano pochissimi dati sulle molestie online (..) raramente perseguono i trasgressori delle politiche sui social media dei servizi militari”.
Il corpo dei marines, non ha voluto essere intervistato, si legge nel reportage, ma ha così risposto un suo portavoce capitano Ryan Bruce:
“Le molestie di qualsiasi tipo non hanno posto nel Corpo dei Marines. Gli episodi di molestie indeboliscono la fiducia all’interno dei ranghi, erodono la coesione dell’unità, mettono a repentaglio la prontezza al combattimento e il compimento della missione e non saranno tollerati, condonati o ignorati”.
Fatto sta che:
“(..)degradare le donne online, è incredibilmente comune”
E i fatti procedono e che la situazione dopo anni, in cui viene denunciata, non cambia assolutamente e vede la figura della donna, denigrata e perseguitata.
Le donne che riescono a denunciare, a fare un passo avanti, sono sempre un numero molto piccolo, rispetto a quelle che subiscono questo tipo di violenze, sotto forma di avances non richieste.
Il dipartimento della difesa, si esprime contro le violenze sessuali, contro le molestie, ma i provvedimenti reali, poi non succedono i sentiti commenti. I numeri dei fatti che sono stati denunciati, si aggirano intorno ad oltre centomila persone e questo dato, riguarda solamente le analisi fatte nel 2018.
Gli effetti mentali su questo tipo di molestie, sono terribili per le donne di cui sono fatte oggetto. Che cominciano a soffrire di depressione, ansia, idee suicide e attacchi di panico.
Una ricerca sul Journal of Advanced Military Studies della Marine Corps University Press, collega la misoginia online, a una diminuzione del reclutamento e del mantenimento delle donne nell’esercito.
La questione ancora più difficile da accettare, è che al di là di queste molestie sessuali, già violente inaccettabili di per sé, molto spesso vi siano stati casi di omicidio, occultato e nascosto, all’interno dei ranghi.
Pertanto considerando questo tipo di analisi, si comprende come ancora oggi, la donna non sia considerata come un essere umano alla stregua dell’uomo. Aspetto che si evidenzia, in particolare, in quei luoghi di lavoro storicamente maschili, come l’esercito.