Di Al. Tallarita
Molti gruppi esterni come ben sappiamo, intervengono all’interno di conflitti, di operazioni militari speciali e di scontri civili. Non è certo una novità. Mercenari.
Più fonti internazionali, hanno condiviso il fatto che diversi esponenti di matrice terroristica e dell’Isis, siano arrivati in Ucraina a combattere contro i russi. Come altre voci vedevano già presenti sul territorio ucraino, ancor prima dell’inizio del conflitto, queste compagini russe.
Come il Gruppo Wagner in russo: Группа Вагнера. Il ChVK Wagner o CHVK Vagner e anche PMC Wagner, Private Military Company. Organizzazione paramilitare russa.
Alcune notizie rivelano anche, dell’intervento di altre nazionalità di combattenti come i siriani. E si è a conoscenza anche dell’arrivo di compagini di volontari africani. Ciò ovviamente perché la Russia ha rapporti con diverse Nazioni, a cui ha foraggiato attività di belligeranza, per cui era di facile previsione. Ad oggi si parla dell’intervento probabile anche di ex miliziani dell’organizzazione paramilitare Bustan.
Il fondatore del Gruppo Wagner, è il generale ed ex tenente Russo, Dmitry Utkin.
Che lavorava per il servizio di intelligence della Federazione Russa o GRU e ha combattuto anche nelle guerre cecene 1994-96 e 1999-2009. Fino al 2013, ha prestato servizio nel GRU, da cui il grado di tenente colonnello. Ha partecipato a un altro PMC il Moran Security Group. Nel 2014 ha partecipato alle operazioni russe contro l’Ucraina.
Il Gruppo Wagner è una compagnia militare privata. Che accetta l’appalto per la partecipazione ai diversi conflitti, così come ha partecipato alle operazioni, nella guerra civile siriana.
Dal 2014 al 2015, hanno combattuto per la liberazione del Donbass in Ucraina in aiuto alle forze separatiste per il riconoscimento dei russi della loro nazionalità e contro persecuzioni a cui erano sottoposti.
Per cui in tutto e per tutti in ausilio a tutte quelle forze separatiste per le auto dichiarate repubbliche popolari di Doneck e di Lugansk.
Questa compagine militare, ha anche combattuto dal 2015 al 2018, a fianco all’esercito russo e il regime di Bashar al-Assad, in Libia. Nel combattimento della guerra civile. E poi anche in Mozambico, Mali, Sudan e Repubblica Centrafricana.
I gruppi paramilitari, si rivelano pertanto protagonisti fondamentali delle varie guerre, che vengono svolte anche per procura nel grande medioriente e altrove. Sono portatori di un intelligence mirata, addestramento, supporto logistico, protezione delle infrastrutture e delle milizie.
Del gruppo Wagner, privato, con operazioni intrecciate alla struttura militare e l’intelligence russa, pare che il finanziatore sia l’oligarca russo Yevgeny Prigozhin. Le aziende statali sono autorizzate all’ausilio di eserciti privati per motivi di sicurezza.
Come sottolinea il CSIS, centro di studi americano per gli studi strategici e internazionali. All’indomani della Guerra Fredda, le società di sicurezza privata PSC e le società militari private PMC, sono tutte sempre più richieste. Un rapporto del Bloomberg del 2017, dice si tratti di circa seimila elementi. In un’altro rapporto del 2020, il CSIS li definisce soldati freelance. Sono molto sono più efficienti delle altre forze militari perché possono essere utilizzati anche in piccolo numero per missioni mirate e devono rispondere a meno responsabilità. I PMSC russi sono agenti in prima linea di presenti nella strategia russa. Sono militari, dunque, molto presenti nel dizionario di guerriglia più intensi a livello internazionale. E rappresenteranno sempre la parte fondante delle campagne di guerra.
E in Russia, continueranno ad esistere anche dopo le attuale presidente. Chi li ritiene legati a forme di guerre ibride, in verità non analizza che la loro creazione dipende dal cambiamento economico, la modernizzazione militare-industriale che hanno stimolato la crescita di eserciti, privati, appoggiati dallo Stato.
Forma di guerra ibrida, ma in realtà rappresentano più continuità, che novità, con gli sforzi dell’era sovietica per l’assistenza militare ai paramilitari.
Il gruppo Wagner e altri PMSC russi, sono anche il prodotto di queste fasi di privatizzazione.
La Russia utilizza delle strategie molto chiare per lasciare una narrazione abbastanza ampia, al fine di potersi muovere autonomamente, per il raggiungimento dei propri obiettivi. E riuscire a discernere dalla mitologia del racconto, ai fatti sul campo, è fondamentale per riuscire a comprendere le loro sottili strategie.
Riuscendo a unire tattica e diversità degli attori combattenti, anche con l’inclusione di questi guerrieri fantasma, ciò fa parte di una strategia di tensione. Che favorisce il cammino russo.
Tali modalità, spiegate, riescono anche a far superare quelle limitazioni, che possono porsi nei confronti dei combattenti di tipo mercenario.
Tutte le loro operazioni si rivelano in questo momento, importanti per la strategia russa, per gestire le reazioni degli avversari.
Rientrano, dunque, nei gruppi dei volontari combattenti. Non sono direttamente controllati dal Cremlino. E si mescolano le verità sui loro riguardi.
Sono operativi per il servizio di intelligence e sono mercenari, guerrieri corporativi e soldati di prima linea.
Mentre sono molti i rapporti che li studiano e ne indagano le modalità e anche la pericolosità, fatto sta che questi guerrieri esistono. Sono presenti dovunque utilizzati da tutti gli stati compresi gli Stati Uniti.
E oggi inizieranno anche le loro attività in questa nuova porzione dello scontro russo-ucraino, iniziato da molti anni, con gli scontri del 2014. Momento in cui, forse troppi, hanno girato il volto dall’altro lato. Non accorgendosi cosa stesse succedendo in quella zona del Donbass.
Quello che si sta vivendo attualmente è l’esito di questo complesso processo.
Si, anche gli Stati Uniti utilizzano questi tipi di gruppi paramilitari PMC, ovviamente. Si ricordi per esempio la società militare privata Black Water, ACADEMI.
Nel 2007 i mercenari Blackwater assunti dal governo degli Stati Uniti, per combattere nella guerra in Iraq, per esempio si sono resi attori di un attacco a civili iracheni, nel Nisour Square, a Baghdad.
Non sono nuove le accuse verso questi gruppi privati per presunte violazioni dei diritti umani. Poi spesso graziati dai vari presidenti, come è successo con Trump nel 2020.