lunedì 1 giugno 2020
Di Al. Tallarita
Un libro verità, di quello che è accaduto veramente in Cina, a Wuhan, scritto da Wang Fang, pseudónimo Fang Fang. Scrittrice criticata, nella Cina, che ha nascosto la verità. E che pubblicherà il suo diario scritto durante la clausura di 60 giorni a Wuhan e ora tradotto in varie lingue: inglese, tedesco, francese, italiano. In Italia uscirà in Italia il 3 giugno. Qui racconta in presa diretta, i suoi giorni durante la pandemia del corona virus, sostenendo che si poteva evitare e controllare. Tutto ciò fa parte di una ‘congettura creata ad arte dal partito.’ dice ‘Una macchina che non guarda alle persone comuni.. Ma solo ai superiori’. Con i suoi 64 anni, nata da una famiglia ricca e intellettuale. Fang Fang è una romanziera conosciuta nel suo paese, integrata nel ‘sistema’, ma chissà l’essere testimone diretta, ha cambiato i rapporti attuali.Presa si mira dalla censura statale, bloccata per alcune settimane, dopo la morte del dr. Li Wenliang il 7 febbraio, che le ha chiuso su internet anche il suo profilo sulla piattaforma Weibo, con oltre 3,8 milioni di fans, a causa delle sue opinioni in contrasto con lo stato. Ma per ‘Caixin’, rivista di affari e ‘Jinri Toutiao’ , applicativo di raccolta di notizie, è stato comunque un modo per contenere la censura. Pubblicando il diario nelle sue piattaforme, con milioni di visitatori, le autorità probabilmente lo avranno permesso, al fine di lasciare aperto uno spiraglio per le emozioni pubbliche. Ma anche una forma per monitorizzare l’opinione pubblica (a detta del Wall Street Journal). A Wuhan, dove vive, ha iniziato a scrivere un diario, giorno 23 gennaio e finito poi in marzo, pubblicando alcuni testi su internet, dove commenta: la paura, la rivolta, la speranza di 11 milioni di abitanti, nell’epicentro della pandemia. Racconta degli ospedali pieni che non accettano i pazienti e la solidarietà tra gli abitanti, dei suicidi di chi non aveva cure, così come il piacere di osservare il sole dalla sua camera. Pubblicato il 7 marzo, in piena crisi il suo diario diventa uno spazio di dibattito completamente lontano dal racconto narrativo ufficiale del presidente Xi Jinping. Raccontando per esempio, gli errori iniziali del governo, nell’approccio con quello che stava succedendo. La condanna delle autorità locali, per aver fatto pensare agli abitanti che la malattia non fosse molto contagiosa, che potesse essere controllata, cosa che secondo l’autrice ha causato numerose vittime. Racconta nel 38o giorno della sua quarantena: Un amico medico mi disse: ” Noi medici sappiamo da qualche tempo che c’è una trasmissione tra gli umani in una malattia.. Informiamo i nostri superiori.. Ma nessuno avverte la popolazione..”. Una cronaca personale quella della scrittrice, della sua reclusione, accompagnata da milioni di cinesi; una visione differente dalla stampa centrale controllata dallo Stato. Un intervento il suo, fortemente criticato, perché questo diario oggi diventa un libro e la sua traduzione, porterà delle pesanti critiche nei confronti della Cina, da parte dei vari governi, specialmente degli Stati Uniti, che accusano Pechino di aver ritardato nel comunicare al resto del mondo cosa stesse succedendo, nonché nel reagire alla pandemia.Wuhan é stato il primo luogo del mondo, in cui la popolazione restava confinata, a causa di una malattia sconosciuta. Con sistemi-modello, poi presentatisi in diverse altre parti del mondo.L’autrice si trova così a spiegare aspetti molto delicati del paese. Dove la censura è molto forte: tanto su internet che nei media. Parlando anche del caso mediatico del medico Li Wenliang, ripreso della polizia, perché iniziava a dare l’allarme sulla presenza di una malattia mortale. Lui stesso vittima della stessa, nonostante cercasse di far reagire i responsabili. La scrittrice dice inoltre ‘il Governo.. è governo del Popolo.. che esiste per servire il popolo’ e lo scrive nelle reti sociali, in reazione alle richieste di un alto funzionario della città di Wuhan, devastata dal coronavirus e impegnato nell’esortare gli abitanti a che: ‘mostrassero gratitudine al Partito Comunista per aver contenuto il disagio’.’Molte persone.. Sono sul campo di battaglia e Fang Fang é il nostro combatente’ dice Tang Yiming, professore di Wuhan. Nella sua ultima pubblicazione Wang paragona i comunisti del partito in Cina a un ‘coronavirus’ che infetta la società. ‘.. Ma non ero sola, ho lottato con fede la mia battaglia’ dice, citando la Bibbia. Ma si domanda cosa lascerà l’internamento nella gente e quali conseguenze oltre l’ansia e la paura del virus, che resterà molto tempo. E così come in Italia.. Il tempo darà le sue risposte. Anche su argomenti ancora oscuri a tutti. E che ci raccontano verità scomode sul controllo sociale, la politica mediatica della paura, l’esaltazione dei governi-padre e le cure o meno per tutti…