di Al. Tallarita
Il collegamento fra linguistica e politica si rivela nella forma in cui viene ad essere utilizzato il linguaggio creativo come fulcro della libertà umana, alla luce della tensione verso la libertà che sta alla base della natura umana. Se pure non lontani dal distinguere la comprensione vera da quella che è solo speculazione.
La libertà per Chomsky (2002) è lo sviluppo delle potenze materiali che ha le restrizioni proprie della nostra stessa natura è il mezzo in seno al quale possono svilupparsi l’intelligenza, la dignità e la felicità degli uomini. L’idea di libertà kantiana come condizione per raggiungere la maturità che permette il suo stesso impiego, è stata inglobata dal socialismo libertario all’indomani della venuta del capitalismo industriale, dove gli ideali liberali sono stati inglobati in un’ideologia al servizio dell’ordine sociale (Chomsky, 1977).
Il potere sta nella capacità di una cerchia ristretta di persone a concentrare nelle proprie mani un’elevata quantità di risorse e ad imporsi sulla quasi totalità delle persone che ne è priva. L’ineguale distribuzione del possesso o del controllo di queste risorse come la ricchezza, l’uso della forza, il sapere, il prestigio, passano attraverso la mediazione delle qualità personali e facilitano una diseguale distribuzione delle varie forme di potere.
Il potere politico, cioè il potere di prendere e d’imporre, decisioni valevoli per tutti i membri della collettività, anche ricorrendo alla forza, appartiene sempre e comunque ad una ristretta cerchia di persone che sono le élites (Sola, 2000). Questa classe elitaria controlla l’opinione pubblica per mezzo del modello della propaganda, metodo attraverso il quale coloro che detengono il potere diriggono e regolano il flusso delle informazioni e la esclude dall’esercizio comune del potere caratteristico di ogni democrazia (Chomsky, 1988).
Egli ritiene che uno degli obiettivi fondamentali del potere sia quello di controllare il pensiero della popolazione per mantenere l’autorità su di essa.
LA COMPRENSIONE DEL POTERE E DEI SUOI STRUMENTI
Quotidianamente si concepisce la possibilità di perfezionare le proprie opinioni migliorando i processi di comprensione. Chi non può sapere deve credere e l’autorità costituisce la fonte principale su cui si basa la credenza della popolazione mezzi di comunicazione sono gli strumenti attraverso i quali il potere sviluppa negli individui le credenze su cui essi fondano la loro esistenza.
Il potere così per Chomsky (1988) si sviluppa a livello della comunicazione linguistica, attraverso i mezzi di comunicazione di massa con forme subdole che favoriscono il mantenimento degli individui lontani da un’analisi critica del reale.
Gli spunti per un’analisi epistemologica di questi strumenti si trovano nei saggi del sociologo Neil Postman (1984) che ha dedicato la sua carriera accademica a studiare come i mass media influiscano sulle nostre forme d’organizzazione sociale, sui nostri abiti mentali e sulle nostre concezioni politiche.
Nei suoi scritti si analizza come la filosofia dell’intrattenimento, caratteristica dei media e il bombardamento informativo, proibisca l’applicazione dello spirito critico. Dal suo maestro Herbert McLuhan, il quale compie una interpretazione innovativa degli effetti prodotti dalla comunicazione sia sulla società nel suo complesso sia sui comportamenti dei singoli, eredita quel richiamo dell’ecologia dei media; che si intravede nella domanda sulle conseguenze sociali, culturali e politiche portate dall’introduzione di una nuova tecnologia della comunicazione.
McLuhan sostiene inoltre che il mezzo tecnologico determini i caratteri strutturali della comunicazione, producendo effetti pervasivi sull’immaginario collettivo. Ogni medium che per il sociologo canadese è il messaggio, crea un ambiente modificando il modo di pensare e di vivere delle persone che a quell’ambiente appartengono.
Si instaura un meccanismo per il quale le menti vengono assopite e ridotte a strumenti passivi, così che i comunicati e le notizie appaiano decontestualizzate ed insignificanti. Nell’ottica del potere i media divengono strumenti capaci di creare una loro epistemologia attraverso la quale gli individui interpretano e conoscono la realtà. Un mero preconcetto di una base culturale sostituisce la verità, con un procedimento di mutazione che segue quella dei mezzi di comunicazione. Trasmettitori dei messaggi del potere e delle sue manifestazioni per Chomsky saranno anche lo stesso sistema educativo, che collabora alla nascita di una tipo di cultura allineato a un modello precostituito e gli intellettuali. Inclini esiguamente allo sviluppo di una cultura e di un pensiero indipendenti, come pure ad uno spirito critico autonomo e creativo. Creatori invece di un sistema formato su uno sterile e passivo accumulo di informazioni.